Ucraina. Respinte richieste di Zelensky: da NATO e UE no ad armi offensive ed embargo commerciale contro la Russia

Salvatore

Ucraina. Respinte richieste di Zelensky: da NATO e UE no ad armi offensive ed embargo commerciale contro la Russia

venerdì 25 Marzo 2022 - 09:23
Ucraina. Respinte richieste di Zelensky: da NATO e UE no ad armi offensive ed embargo commerciale contro la Russia

Un secco no da parte della NATO e dell’Unione europea alle richieste del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per aiutare il Paese a rispondere all’invasione russa. Durante i due vertici che si sono tenuti ieri a Bruxelles, il capo dello Stato ucraino – collegato in videoconferenza da Kiev – ha ribadito le richieste più volte avanzate nelle ultime settimane: armi offensive e una no-fly zone all’Alleanza atlantica; una rapida procedura di adesione e la messa al bando totale delle attività commerciali con la Russia al Consiglio europeo.

Sul fronte militare, tuttavia, la posizione della Nato è molto netta ed è stata espressa ampiamente dal presidente francese, Emmanuel Macron, che ha parlato chiaramente della necessità di porre fine al conflitto in Ucraina “senza fare la guerra” e non superare la linea rossa della “cobelligeranza”. Vaga anche la posizione della NATO sul fatto che la Russia potrebbe utilizzare armi nucleari, chimiche o biologiche, un timore ampiamente invocato da Zelensky.

Il segretario generale Jens Stoltenberg – che ha ottenuto l’annunciata estensione di un anno del mandato – ha annunciato la fornitura all’Ucraina di equipaggiamenti di protezione contro armi di distruzione di massa, mentre emerge prudenza sul fatto che l’utilizzo di tali strumenti possa essere considerato una “linea rossa” dall’Alleanza atlantica.

Il presidente statunitense, Joe Biden, ha fatto capire che la risposta sarà commisurata sulla base del potenziale utilizzo di questi armamenti da parte della Russia. Molto netto, infine, il messaggio inviato alla Cina sulle potenziali conseguenze che ne deriverebbero da un suo aperto sostegno all’invasione russa. Insomma, una vittoria della linea moderata della Nato che rafforzerà il fianco orientale schierando quattro nuovi gruppi tattici in Bulgaria, Romania, Ungheria e Slovacchia ma non intende, per il momento, farsi coinvolgere nel conflitto in Ucraina, né fornire alla Russia gli strumenti perché ciò possa accadere.

Analogo approccio quello dei 27 Paesi membri dell’Ue che hanno respinto la proposta di Zelensky di adottare un embargo commerciale, così come la totale interruzione dell’import di idrocarburi dalla Russia. L’Ue, peraltro, non è riuscita neanche a raggiungere un’intesa degna di nota su nuove potenziali sanzioni, confermando di fatto le intese raggiunte al vertice informale di Versailles di due settimane fa. I Paesi baltici e la Polonia premevano per un’intensificazione delle sanzioni: e ieri i primi ministri dei quattro Paesi hanno inviato una lettera agli altri leader Ue per concordare un divieto del trasporto di merci su strada da Russia e Bielorussia, oltre che impedire alle navi di entrare nei porti dei Paesi membri. La loro richiesta, tuttavia, è caduta nel vuoto. Altrettanto chiaro è stato il “no” dei 27 leader alla semplificazione della procedura di adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Portavoce delle istanze di Kiev fra i Paesi membri è stata la Slovacchia che ha chiesto di inserire un passaggio ulteriore rispetto alla dichiarazione finale di Versailles in cui chiedeva espressamente di “accogliere positivamente la richiesta di adesione all’Ue dell’Ucraina in vista di concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato”. Il Consiglio, tuttavia, ha bocciato l’emendamento di Bratislava e nella dichiarazione finale ci si limita a chiedere alla Commissione di esprimere un parere sulla richiesta di adesione dell’Ucraina sulla base dei trattati, un passo decisamente piccolo rispetto a un processo che generalmente dura diversi anni e dall’esito incerto.

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