«Con il Decreto di ieri abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato ed è, quindi, giunta l’ora di riprendere tutti a lavorare ».
È questo il primo commento di Giovanni Mellino, Coordinatore di Confartigianato Trasporti Sardegna sulla decisione del Governo di tagliare di 25 centesimi il costo del carburante e di approvare una serie di norme per l’autotrasporto che garantiranno maggiori condizioni di equilibrio all’interno della filiera, mettendo in sicurezza le imprese dei trasporti rispetto a variazioni nel costo del carburante. Risultato raggiunto grazie al lavoro di molti mesi tra UNATRAS, l’Unione delle Associazioni Nazionali più rappresentative dell’Autotrasporto, e il Governo.
«Il taglio del costo di gasolio e benzina è un traguardo importante e di più, onestamente, non si poteva fare – continua Mellino – d’ora la responsabilità dovrà essere anche quella dei committenti che saranno chiamati fare la loro parte, con contratti che non siano penalizzanti per gli autotrasportatori e che rispettino la categoria. Non si deve mai più lavorare in perdita».
Il caro carburante, che da mesi ha messo a dura prova le circa 2.500 aziende sarde dell’autotrasporto che, con oltre 7mila dipendenti, veicolano ogni giorno l’87% di tutte le derrate movimentate nell’Isola, ha spento i motori, accendendo la rabbia, la
preoccupazione e il timore che gli automezzi potessero rimanere per lungo tempo nelle rimesse per mancanza di convenienza a uscire lungo le strade e consegnare le merci o, addirittura, non ripartire mai più.
Un settore, quello dell’autotrasporto sardo che, al primo gennaio di quest’anno, ha registrato una decrescita totale del 2,9%, di cui ben il 5,7% solo nel comparto artigiano. Dal 2009, in Sardegna, è scomparso circa il 20% del tessuto imprenditoriale. A livello
provinciale a Cagliari le imprese registrate sono risultate 1.123 di cui 729 artigiane. Rispetto allo scorso anno, nel totale delle imprese di autotrasporto merci, il calo registrato è del 2,9%. A Nuoro sono 362 (di cui 259 artigiane), con un calo del 2,7%. A Oristano sono 250 (185 artigiane) registrando un -2,3%. Infine a Sassari ci sono 741 imprese, di cui 474 artigiane: le cancellate sono il 3,0%.
Secondo i calcoli di Confartigianato Trasporti Sardegna, i vertiginosi aumenti del costo del gasolio, hanno messo a dura prova anche la stabilità delle diverse filiera produttive isolane.
I conti sono presto fatti: un automezzo di 440 quintali di peso complessivo che percorre 150.000 km annui (percorrenza media minima perché il mezzo si ripaghi) e abbia un consumo di 3 km/litro, “beve” 50.000 litri di gasolio. Ogni centesimo di euro di accise in più sul gasolio quindi “pesa” su ogni singola motrice per 500 euro l’anno, ovvero ogni 10 centesimi di aumento “pesa” 5mila euro.
«Solo 3 mesi fa, per rifornire un serbatoio di 600 litri di un camion occorrevano 680 euro, adesso ne servono 1.250. Per le imprese di dell’autotrasporto, il gasolio per autotrazione incide per oltre il 30% dei costi di gestione – afferma Giovanni Antonio Mellino, coordinatore di Confartigianato Trasporti Sardegna – una condizione che erode di quasi il 50% il margine che le piccole e medie imprese dei trasporti riescono a conseguire nella loro attività».
