L’ Assemblea generale ONU adotta la risoluzione contro l’invasione russa dell’Ucraina ma la Cina si astiene

Salvatore

L’ Assemblea generale ONU adotta la risoluzione contro l’invasione russa dell’Ucraina ma la Cina si astiene

mercoledì 02 Marzo 2022 - 19:33

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina con 141 voti favorevoli, cinque contrari e 35 astenuti. I Paesi che hanno votato contro sono: Russia, Siria, Eritrea, Corea del Nord, Bielorussia. Tra i Paesi che si sono astenuti ci sono Cina e India.

La risoluzione condanna l’invasione russa dell’Ucraina e richiede a Mosca di cessare i combattimenti ritirando le sue forze armate dal Paese. Gli Stati che hanno sostenuto la risoluzione “deplorano nei termini più forti l’aggressione da parte della Federazione Russa contro l’Ucraina” e richiedono che “la Federazione Russa cessi immediatamente l’uso della forza contro l’Ucraina” procedendo “al ritiro immediato, completo e incondizionato di tutte le sue forze militari”. L’ultima volta che il Consiglio di sicurezza Onu aveva convocato una sessione d’emergenza dell’Assemblea generale era stato nel 1982. La risoluzione approvata dall’Assemblea generale Onu non ha valore vincolante, ma è una cartina di tornasole delle posizioni dei vari Paesi membri sulla questione.

Il messaggio dell’Assemblea generale ONU è “forte e chiaro”: finire le ostilità in Ucraina ora. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, commentando l’approvazione con 141 voti favorevoli della risoluzione di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. “L’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina devono essere rispettate in linea con la Carta delle Nazioni Unite”, ha affermato Guterres. “Non abbiamo un momento da perdere. Gli effetti brutali del conflitto sono semplici da vedere”, ha aggiunto il segretario generale Onu osservando che più il tempo passa e peggio sarà per il popolo ucraino. “Sono anche profondamente preoccupato per le potenziali conseguenze per la pace regionale e globale, e per la lotta globale per riprendersi dal Covid”, ha affermato Guterres sottolineando che “il mondo vuole la fine delle sofferenze umane in Ucraina”. Il segretario generale Onu ha infine sottolineato l’importanza dei finanziamenti per assicurare medicinali, cibo e acqua potabile i cittadini ucraini. “Continuerò a fare tutto quanto in mio potere per contribuire ad una cessazione immediata delle ostilità e per urgenti negoziati di pace”, ha concluso Guterres.

I Paesi che si sono astenuti: sono undici i Paesi dell’Asia che si sono astenuti, tra questi, due potenze continentali come la Cina e l’India, che pur essendo rivali regionali si sono trovate a condividere la stessa posizione al Palazzo di vetro. Lo stesso vale per il Pakistan, che della Cina è grande alleato e che con l’India ha invece rapporti pessimi. Nelle ultime settimane Islamabad ha rafforzato i legami con Mosca, un percorso suggellato dalla visita del primo ministro Imran Khan al Cremlino lo scorso 24 febbraio, proprio il giorno dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Ad astenersi quest’oggi sono stati anche il Bangladesh, il Laos, la Mongolia, lo Sri Lanka, il Vietnam. Capitolo a parte è costituito dalle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, tutte legate alla Russia da rapporti profonde. Il Kazakhstan, il Kirghizistan e il Tagikistan si sono astenuti, mentre l’Uzbekistan e il Turkmenistan non hanno partecipato al voto.

Tra gli astenuti anche Cuba e Nicaragua, che nei giorni scorsi – in linea con la storica vicinanza a Mosca – avevano difeso il Cremlino contro le provocazioni della Nato e degli Usa, hanno optato per l’astensione. Un voto, nella regione, condiviso anche dalla Bolivia, guidata dal socialista Luis Arce, erede dello storico presidente Evo Morales, e da El Salvador, il cui governo non ha sin qui preso una posizione precisa sulla crisi. Il Venezuela, altro tradizionale alleato della Russia, non ha invece potuto votare per via del mancato pagamento delle quote dovute all’organsimo per sostenerne le spese, circa 40 milioni di dollari.

Tra i paesi africani, 17 hanno scelto di astenersi dalla votazione: si tratta di Algeria, Angola, Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Madagascar, Mali, Mozambico, Namibia, Senegal, Sudafrica, Sud Sudan, Sudan, Uganda, Tanzania e Zimbabwe.

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