In Polonia l’aborto è proibito. Vale in tutti i casi anche per una donna di 37 anni che a causa di di complicanze, aveva perso uno dei due gemellini che doveva partorire ma per giorni ha continuato a portare nel grembo il feto. Questo ha ovviamente generato complicanze alla mamma fino ad arrivare a farle perdere la vita.
A denunciare il terribile episodio è la famiglia della vittima, Agnieszka T., che ora accusa apertamente i medici dell’ospedale specialistico provinciale di Częstochowa dove la donna era stata ricoverata a fine dicembre e infine è morta lo scorso 25 gennaio.
Secondo quanto ricostruito dai parenti, la donna era arrivata in ospedale con mal di pancia e vomito ma poi le condizioni erano peggiorate e il 23 dicembre uno dei due bambini che portava in grembo è morto. A questo punto i medici si sarebbero rifiutati di interrompere la gravidanza per legge costringendo la donna a portare il feto morto in grembo per i successivi sei giorni cioè fino al 29 dicembre quando è morto anche il secondo figlio. Solo due giorni dopo i medici hanno rimosso entrambi i feti ma a quel punto le condizioni della donna sarebbero peggiorate ancora di più, tanto che stato necessario il trasferimento in neurologia dove ha avuto un arresto cardiaco ed è morta. Per i parenti fatale sarebbe sta una infezione contratta proprio per i ritardi.
L’ospedale dal suo canto rigetta questa ricostruzione e sostiene di aver atteso solo perché l’altro piccolo si poteva salvare. Secondo i medici, la donna è peggiorata improvvisamente dopo l’espulsione dei feti, mostrando problemi polmonari e respiratori oltre a una grave risposta infiammatoria ed è stata anche intubata. Il successivo test covid ha mostrato che era stata contagiata a cui era risultata però negativa all’ingresso. Sul caso è stata aperta una indagine della Procura locale.
La notizia è stata pubblicata dal giornale online Fanpage
