Diritti ristretti per i detenuti? Se n’è discusso in un convegno – dibattito a Nuoro

Sonia

Diritti ristretti per i detenuti? Se n’è discusso in un convegno – dibattito a Nuoro

mercoledì 01 Dicembre 2021 - 12:10
Diritti ristretti per i detenuti? Se n’è discusso in un convegno – dibattito a Nuoro

Il convegno sui diritti dei detenuti (F. F. Nieddu)

Un convegno pubblico che che si è svolto ieri a Nuoro alla biblioteca S.Satta, ha concluso  il ciclo di incontri sul tema “Diritti e Ristretti, – riflessioni sul sistema carcerario -, che ha coinvolto gli studenti delle scuole superiori degli Istituti cittadini.

L’iniziativa promossa dal Garante dei detenuti del Comune di Nuoro e dall’Anpi,  finalizzata alla comprensione e sensibilizzazione sulla realtà della pena detentiva, sulla sua esecuzione negli Istituti penitenziari, secondo quanto previsto dall’art. 27 della Costituzione, a visto gli interventi di Andrea Soddu Sindaco a di Nuoro, di Graziano Pintori presidente dell’Anpi di Nuoro, di  Giovanna Serra, garante delle persone private della libertà personale del Comune di Nuoro, di Giuseppina Boeddu dell’U.e.p.e.. di Nuoro, di Samuele Ciambriello garante delle persone private della libertà personale della Regione Campania, coordinati da Adriano Catte del foro di Nuoro. I relatori nei vari interventi hanno evidenziato come la realtà carceraria spesso viene considerata come un mondo a se,  ignorato e da tenere lontano.
Il  carcere, invece  è parte integrante della società in cui viviamo la quale deve essere inclusiva e non esclusiva nei riguardi di chi si trova dietro le sbarre, pronta ad accettare  chi un domani espiata la pena e  dovrà tornare a vivere nella comunità.
Durante il convegno è stato affrontata anche la questione dell’Ergastolo.  Una società inclusiva deve essere per tutti, anche nei confronti di coloro che hanno una lunga pena detentiva da espiare.  Spesso si identifica  il detenuto con il reato commesso, anziché considerare che anche egli è una persona, e per questo la sua  dignità va rispettata.
Dal confronto fra i relatori  è emerso che per capire questo occorre conoscere è studiare la Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza alla quale hanno contribuito i padri costituenti, e soprattutto i partigiani  con la guerra di Liberazione.
La  riforma del 1975, prevedeva un superamento della istituzione carcere, come affermava il giurista Galante Garrone, un carcere aperto pronto a formare i cittadini che avevano sbagliato ad inserirsi nella società e arrivava dopo l’ordinamento penitenziario del R.D. del 1871. e del 1931,; la stessa riforma che oggi nonostante le varie modifiche legislative avvenute non è stata mai applicata.
Occorre cambiare rotta rispetto al passato – è stato detto dai relatori – per fare in modo che tante criticità all’intero del sistema carcerario vengano superate:  a oggi si ha un  carcere dove i detenuti non possono studiare, con problemi di sovraffollamento e suicidi inoltre dove non viene tenuta in considerazione la territorialità della pena e i reclusi che stanno lontano dai propri affetti, non possono avere colloqui frequenti. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia e in alcuni istituti di pena, per alleggerire la situazione,  sono stati concessi più colloqui in videoconferenza, più telefonate per sopperire alla possibilità di contagi e alle restrizioni imposte dal Covid.
Già da tempo sono state istituite le casette affettive dove i detenuti e le detenute possono restare con i propri figli e  famigliari.
In Sardegna c’è un problema l’assenza del Garante Regionale per i detenuti, al quale i reclusi al 41 bis si possono rivolgere solo a lui.
I detenuti, è stato ribadito, rappresentano una risorsa per la società non un peso, per questo occorre creare ponti di solidarietà, comprensione umana e dignità, questo può avvenire con le misure alternative alle quali possono accedere coloro cha hanno una condanna non superiore a 10 anni. si è passati da un concetto restrittivo, a quello di giustizia riparativa fino  a quello di  misure alternative: queste  si applicano con l’espiazione della pena secondo regole ben precise, a casa e coinvolgendo maggiormente tutte le associazioni di volontariato.
Diceva Rousseau,” l’uomo è buono per natura è la società che lo corrompe”… sorge spontanea una domanda, una società che crea la devianza, emarginazione e alimenta l’abbandono del sistema scolastico, è in grado di accoglierei gli ex detenuti? La risposta per ora non è facile da fornire nemmeno in un convegno.
Franceschino Nieddu.

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