Per due ore un pubblico attento ha seguito la presentazione dell’ultima fatica di Gherardo Colombo, “Anche per giocare servono le regole”, rispondendo alle domande del direttore del Centro di Servizi Culturali Gian Carlo Zoccheddu. La conversazione ha preso spunto dall’articolo 3 della Costituzione insistendo sul concetto di pari dignità, a prescindere da sesso razza, lingua, religione ed opinioni politiche. Concetti che poi sono stai applicati o specificati meglio in seguito, come per esempio, il ruolo di moglie e marito nella famiglia, parificati nel codice civile solo nel 75. Così come non c’è più il concetto di razza ma etnia. La Costituzione però è poco conosciuta, tanto meno il suo impianto, e tutte le leggi devono uniformarsi ad essa. Continuando il discorso è scivolato sul trattamento sanitario, che deve essere rispettoso sempre della dignità della persona, ma esiste anche il trattamento obbligatorio, quando è giustificato dalla incolumità degli altri, argomento quanto mai attuale nella attuale pandemia. E così, ancora attuale, il trattamento carcerario, anche esso subordinato al rispetto della dignità personale e volto alla rieducazione, ma se l’80% dei carcerati torna in prigione vuol dire che questo non avviene . Anche la scuola dovrebbe uniformarsi al concetto di non esclusione, come quella di Don Milani e, ancora, il lavoro dovrebbe garantire una retribuzione tale da consentire una vita dignitosa per se e la famiglia. Per finire il concetto di libertà che significa poter scegliere, ma la scelta comporta sempre una rinuncia. Gherardo Colombo, autore di numerosi libri sul tema della legalità, condusse processi famosi come la P2, Mani Pulite, delitto Ambrosoli ed altre ancora. In una intervista successiva l’ex magistrato ha risposto a domande su questioni attuali. Alla domanda se scorge una relazione tra libertà e obbligo del vaccino Colombo replica che , già da tempo, esistono dei vaccini obbligatori e dei trattamenti medici obbligati quando è minacciata l’incolumità pubblica. Passando all’esame di alcuni fatti di cronaca nei quali una parte dell’opinione pubblica vede una legittima difesa, Colombo precisa che spesso si guarda più all’oggetto che alla persona. E ancora sul fatto che molti vedono l’applicazione delle pene carcerarie poco punitive Colombo replica che il ruolo del codice è il recupero e non la vendetta. Infine l’ex magistrato risponde alla domanda se ritiene giusto che il magistrato che sbaglia paghi di suo. “ Se viene accertata la colpa è giusto che paghi come gli altri, ma solo se c’è dolo”.
Pier Gavino Vacca
