Si è tenuto venerdì scorso nella sala consiliare del municipio di Orosei ha ospitato l’incontro “Usi civici a Orosei. Quali soluzioni possibili?” organizzato dall’associazione politico culturale “CambiAmo Orosei, insieme”.
Il pubblico ha seguito con interesse l’iniziativa che ha avuto come relatori il professor Francesco Nuvoli dell’Università di Sassari (Dipartimento terre civiche) e il prof. Michele Carta, storico e consulente di parte nel procedimento davanti al commissario liquidatore degli usi civici di Cagliari.
Come ha spiegato la portavoce dell’associazione, Erika Farris, in una breve introduzione iniziale “la problematica locale degli usi civici si è manifestata la prima volta nel 2005, quando il Comune di Orosei, all’epoca sotto il commissario prefettizio Franca Cocco, ricevette la prima determinazione di ricognizione emanata dalla Regione Sardegna (assessorato all’Agricoltura) che sanciva il vincolo per oltre 1.300 ettari del nostro territorio comunale. Tale provvedimento poteva esser impugnato dal Comune davanti al commissario regionale per la liquidazione degli usi civici entro sessanta giorni dal ricevimento, ma ciò non venne fatto. Il commissario prefettizio si limitò a pubblicarlo presso l’Albo pretorio del Comune, così che, decorsi sessanta giorni, divenne definitivamente vigente”.
Il Comune di Orosei, sia pure con alterne posizioni a seconda dell’amministrazione in carica, insieme a molti privati cittadini proprietari dei terreni interessati dal vincolo hanno più volte proposto di opporsi davanti al commissario per la liquidazione degli usi civici contro la citata ricognizione regionale, intentando anche la strada del ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Ma il problema ad oggi non è ancora stato risolto e parte importante del territorio del comune di Orosei rimane da oltre un limitato da questo vincolo, ricadente in agro ma anche nelle lottizzazioni a mare (Cala Liberotto, Sas Linnas Siccas, Fuile e mare, Su Catreathu, Su Mutrucone, etc) e nella frazione di Sos Alinos.
Poiché l’esistenza degli usi civici si considera risalente a secoli fa, quei territori sarebbero sin da allora giuridicamente indisponibili e inutilizzabili da alcuno, compreso il Comune. Sarebbero quindi nulli tutti gli atti di natura pubblica (lottizzazioni, concessioni edilizie, etc) e privata (atti di vendita, donazioni, permute, etc.) relativi ai terreni là situati. Anche le imposte riscosse dal Comune (IMU) sarebbero illegittime, così come le opere di urbanizzazione e le costruzioni private che sarebbero pertanto abusive. I privati proprietari non sarebbero più tali, né potrebbero vendere, donare o lasciare in successione.
Lo stesso Comune, avendo in precedenza venduto ai privati quei terreni e autorizzato le costruzioni, potrebbe in futuro essere chiamato a rispondere di molteplici e ingenti richieste risarcitorie, certamente insostenibili.
«Gli usi civici – ha spiegato il professor Nuvoli – sono beni immobili che non sono né pubblici né privati, bensì collettivi, e quindi appartenenti alla collettività. Una denominazione legislativa che sta creando svariati problemi in almeno 150 comuni in Sardegna oltre a innumerevoli altri nel resto d’Italia. Una situazione che, evidentemente, presenta gravissimi risvolti giuridici, economici e sociali».
Un barlume di speranza si trova però nell’analisi storico documentale del professor Carta, che andando a recuperare migliaia di documenti dalla fine del 1400 alla metà del 1800 afferma di non aver «Mai trovato un riferimento anche minimo a usi civici nel territorio di Orosei. Dall’Editto delle chiudende del 1820 ai moti de Su Connotu del 1868 fino alla legge del 1865 per l’abolizione degli ademprivi con assegnazione dei terreni ai privati, a Orosei non vi è traccia di usi civici. La Baronia nel 1449 venne assegnata al marchesato d’Albis e basterebbe leggere l’elenco delle imposte redatto da un notaio nel 1663 con l’elenco delle proprietà per vedere che non vi è mai riferimento a terreni collettivi, ma solo di possedimenti privati del marchesato. L’articolo 2 della legge del 16 giugno 1927 n. 1776, poi con- fermata dal decreto legislativo n. 179 del dicembre 2009, afferma: Nel giudizio di accertamento circa la esistenza, natura ed estensione degli usi civici, ove non esista la prova documentale, è ammesso qualunque altro mezzo legale di prova purché l’esercizio dell’uso civico non sia cessato anteriormente al 1800».
L’analisi storico documentale del prof. Carta evidenzia dunque l’assenza di prove con- crete circa l’esistenza dell’uso civico a Orosei, che farebbe venire meno la presunzione di esistenza di tali terreni collettivi. Presunzione che sta alla base del provvedimento contestato, la cui risoluzione potrebbe dunque trovarsi sul piano amministrativo invece che su quello giudiziale come è stato fatto fino ad ora. Proposta che trova d’accordo anche il professor Nuvoli e che lascia ben sperare nella possibilità di risolvere tale annoso problema.
La soluzione sta dunque nella volontà politica e nella collaborazione tra Comuni e Regione, nel tentativo di legittimare l’adozione di un provvedimento di annullamento parziale del- la ricognizione con conseguente riavvio di nuova procedura amministrativa per dimostrare l’assenza del vincolo sul nostro territorio.
