Dopo la lunga pausa, dovuta all’emergenza Covid, e facendo gli scongiuri perché non ricominci, riapre il reparto di medicina nell’ospedale di Bosa. Durante l’emergenza il reparto era stato convertito in punto Covid e bloccate le specialità di medicina e chirurgia. Ora riprende medicina con i suoi 20 posti letto ma, come precisa il sindaco Piero Casula, in una nota, il numero di medici non è sufficiente per una attività che copra le 24 ore, in particolare, per il reparto di chirurgia, che dovrà anch’esso essere riaperto a giorni, e necessita della nomina di un primario per garantire la programmazione e la continuità delle prestazioni. Proseguirà inoltre l’azione del pronto soccorso con il supporto dell’area emergenza -urgenza AREUS.

Nei prossimi giorni, prosegue il Sindaco, arriverà una moderna TAC a 128 strati e una colonna per l’endoscopia che miglioreranno la diagnostica. Nella sua nota Casula chiede la garanzia del funzionamento dell’ospedale come punto di riferimento sanitario di sede disagiata, integrato con i servizi territoriali. Non si contano le assemblee, i consigli comunali e le petizioni che si sono fatti per chiedere il riconoscimento che l’ospedale di Bosa è in una zona disagiata.

La struttura insiste in una zona distante almeno un’ora da ospedali più attrezzati. Fino a quando ha funzionato normalmente ha fornito una assistenza apprezzata. La zona basa la sua economia, per una buona fetta, sul turismo. Durante l’estate la popolazione cresce enormemente a causa dei turisti che si riversano sulle spiagge di Bosa Marina, Tresnuraghes , Magomadas ed altre ancora. Specialmente il pronto soccorso è frequentato a causa di incidenti sulla spiaggia o sugli scogli. Piero Casula ringrazia tutti gli operatori sanitari, ospedalieri e territoriali, per come hanno affrontato questi 16 mesi di emergenza. Stesso ringraziamento ai sindaci del territorio, al Consiglio Comunale ed al consigliere regionale Alfonso Marras ed anche alla Regione che, secondo Casula, è presente.

Pier Gavino Vacca