Intervista al sindaco di Fonni: “La soluzione per il rilancio delle zone interne? No a soluzioni imposte dall’alto”

Sonia

Per la tua pubblicità su Cronache Nuoresi scrivi una mail a: commerciale@cronachenuoresi.it o chiama il n. +39 324 952 7229

Intervista al sindaco di Fonni: “La soluzione per il rilancio delle zone interne? No a soluzioni imposte dall’alto”

Daniela Falconi sindaco di Fonni dal 2016 in questa intervista in esclusiva per Cronache Nuoresi  illustra la delicata situazione delle zone interne della Sardegna che combattono inesorabilmente contro il fenomeno dello spopolamento e i tagli dei servizi avvenuti drasticamente in questi anni, della chiusura del distaccamento della Polizia Stradale e dell'assenza del medico di base in tante comunità. 
venerdì 02 Luglio 2021 - 12:47
Intervista al sindaco di Fonni: “La soluzione per il rilancio delle zone interne? No a soluzioni imposte dall’alto”

Il sindaco di Fonni Daniela Falconi (foto S.Novellu)

Cosa pensa delle risposta del governatore Solinas in merito al rilancio delle zone interne ?

Come ho scritto nel mio post social nelle risposte del governatore Solinas c’era una mancanza (magari dovuta a ristrettezza dell’intervista o dalla mancanza di tempo) secondo me un mancato coinvolgimento nel rendere protagonisti i territori nei processi di sviluppo. Il mio discorso non è una critica ma una proposta, considerando che mancano 2 anni e mezzo alla fine della giunta regionale, il mio auspicio è che tutti i territori della Sardegna vengano coinvolti nelle politiche di sviluppo, soprattutto le zone interne che soffrono di mali atavici come lo spopolamento. La mia proposta sarebbe quindi quella di far partecipare i sindaci e l’amministrazione comunale per capire di cosa c’è bisogno realmente nei nostri territori indirizzando così al meglio le risorse.

Riguardo il suo post in merito, nel quale scrive che serve un piano ben più organico e concreto che aggredisca il problema dello spopolamento, ci potrebbe spiegare a cosa si riferisce?

Nel mio post ho fatto alcuni esempi di quelle che secondo me sono le linee principali per le zone di cui io mi occupo e di cui mi sono occupata in questi ultimi cinque anni che sono le zone interne e soprattutto le zone montane. Io ho detto che i nostri territori non sono solo destinazione turistica, benché abbiano dimostrato in questi anni di essere fortemente innovatori dal punto di vista della creazione di prodotti turistici nuovi e innovativi, ad esempio le manifestazioni culturali, sportive , che richiamano le tradizioni, che arrivano proprio dai paesi delle zone interne. Ho detto però che non basta il turismo, serve un piano o comunque delle misure specifiche per quanto riguarda i fondi europei del Recovery fund (progettazione europea che partirà a brevissimo 2021 2027). Sicuramente si possono orientare misure che vadano ad aiutare le imprese commerciali del nostro territorio, che vadano ad aiutare la filiera agroalimentare e la pastorizia che in questi territori è una delle economie principali che però soffre in questi anni di una crisi, anche in conseguenza dell’abbandono delle campagne dei giovani. Bisognerebbe quindi capire come questi territori possano essere rinnovati dal punto di vista di attività legate alla terra, penso all’agricoltura di montagna ma anche allo sfruttamento del bosco che nei nostri territori è presente più che in altri e l’acqua che producono i territori montani che disseta tutta la Sardegna non è mai stata valorizzata abbastanza; mi viene da dire che a questi territori non viene mai concesso un qualcosa in cambio.

E ancora durante i convegni sullo spopolamento si parla sempre di una scuola in ogni comune, un medico in ogni comune e ciò dovrà essere declinato con politiche di welfare che vadano davvero a cambiare radicalmente le cose. Il nostro paese tra due mesi avrà 3000 pazienti senza medico di base e questa è un emergenza che va assolutamente affrontata, e oltre questo mancano servizi minimi sanitari che bisogna reinventarsi con metodi diversi dal passato, perché la popolazione è diminuita ed è anziana, e necessita quindi di esigenze diverse che prima non c erano, va quindi riformato in modo da permettere a chi ci abita di vivere al meglio e allo stesso tempo di creare nuove occupazioni. Inoltre ultimo ma non ultimo il sistema dell’istruzione che dovrà migliorare in modo che arrivi a tutti gli studenti allo stesso modo, ancora oggi è difficile studiare soprattutto quando le scuole sono lontane, non ci sono le connessioni perciò è difficile parlare di teledidattica , di conseguenza neanche di telemedicina, di telelavoro, di tutto ciò che è legato alla tecnologia se i nostri paesi non dispongono di connessioni velocissime, che in tante situazioni sono state causa di svantaggio.

Qualora questi piani si realizzassero secondo lei quanto ci vorrebbe per avere un miglioramento importante?

Io non so che limite temporale ci possa essere, ci sono cose che si possono attuare subito nel breve periodo, per esempio parlo delle infrastrutture tecnologiche, le connessioni, cosi come migliorare le strade o gli accessi a determinate opere pubbliche. Per tutto il resto c è bisogno sicuramente di più tempo ma pensarci quindi da subito e avere le idee chiare su ciò che si vuole realizzare e vedere i nostri paesi non come un peso ma come una risorsa .

Dal 30 giugno il distaccamento della polizia stradale sarà definitivamente chiuso, pensa che si sarebbe potuto evitare in qualche modo?

Qualunque cosa se c è la volontà si può evitare. Ma finché i servizi che sono posti nelle periferie saranno visti come un costo e come un peso solo perché vanno incontro all’esigenze di pochi cittadini rispetto magari ai tanti cittadini che sono nelle zone urbane, si continuerà a tagliare, se la logica sarà ancora servizi rispetto a un numero abitanti si continuerà cosi. Ma a parer mio ogni volta che lo Stato arretra da un territorio (come in questo caso) probabilmente ci saranno conseguenze dal punto di vista della vivibilità del territorio stesso abituato ad avere un servizio e che da un momento all’altro se lo vede mancare.

Qual è stato il vostro intervento come amministrazione comunale per far si che ciò non accadesse ?

Io da subito ho avuto in mano la “patata bollente” della chiusura del distaccamento della polizia stradale, ho iniziato a scrivere le prime lettere per far capire quanto fosse importante quel distaccamento nel gennaio 2017, pochi mesi poco dopo la mia elezione, il periodo della famosa grande nevicata quando l’aiuto della polizia stradale, in particolare del distaccamento di Fonni, è stato indispensabile, perché anziché arrivare da Nuoro a darci una mano, essendo già in paese erano disponibili h24. Noi come amministrazione abbiamo cercato di interfacciarci sia con i vertici regionali ma soprattutto con quelli nazionali della polizia , per far capire l’importanza di quel distaccamento in un paese montano e periferico come Fonni, e del disagio che arrecherà questa chiusura nei mesi invernali.  Abbiamo cercato di smuovere tutti i mezzi possibili, il consiglio regionale della Sardegna ha fatto un ordine del giorno a difesa del distaccamento della polizia, tutti i parlamentari sardi hanno capito l importanza di questo presidio sia senatori che che deputati hanno depositato interpellanze, siamo riusciti a parlare direttamente con il vice ministro dell’interno perché la polizia stradale fa capo al ministero dell’interno e con l’ufficio della polizia a Roma, io personalmente sono andata a Roma accompagnata dalla deputata Mara Lapia, a parlare con i vertici della polizia per scongiurare la chiusura; non so se si sarebbe potuto fare di più ma è stato fatto tanto. Il problema è che non si percepisce l’utilità di un servizio in un territorio vasto perché non parlo solo di Fonni ma di tutti i paesi che ruotano intorno al Gennargentu; nella lettera del prefetto che io ho ricevuto l’anno scorso c’era scritto che sono diminuiti gli omicidi, le rapine e gli incidenti stradali quel distaccamento non serve più, invece io ribalto la questione e dico che se sono diminuiti i reati di infrazione del codice della strada evidentemente significa che c è un buon presidio, perché funziona la prevenzione. Perché dobbiamo sempre reprimere e basta quando si potrebbe prevenire? Il problema è che quando i criteri di misura sono i numeri non si può certamente arrivare da nessuna parte.

I sindaci del nuorese hanno organizzato un sit-in sotto in consiglio regionale per denunciare tutti i servizi che mancano, lei era presente?

Da parte mia ho sempre partecipato a tutte le manifestazioni che ho ritenuto utili per portare all’attenzione problemi e cercare soluzioni per il mio paese e il mio territorio. La manifestazione di ieri dei Sindaci del Nuorese e di  molti altri da tutta la Sardegna ha non solo messo in evidenza l’enorme emergenza sulla mancanza dei medici di base ma ha soprattutto grazie al confronto avvenuto con l’assessore e con i capigruppo in Consiglio Regionale messo in luce alcune possibili soluzioni nel breve e nel lungo periodo. Ovviamente per il bene che vogliamo ai nostri cittadini ed alle nostre comunità continueremo a vigilare affinché le promesse si traducano in atti concreti.

Giuseppina Contieri

© Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi