Omicidi e rapine in Ogliastra: al processo molti testimoni non ricordano

Salvatore

Omicidi e rapine in Ogliastra: al processo molti testimoni non ricordano

lunedì 17 Maggio 2021 - 21:12
Omicidi e rapine in Ogliastra: al processo molti testimoni non ricordano

Il palazzo di Giustizia di Cagliari (foto S.Novellu)

Sfilata di testimoni al processo in Corte d’Assise a Cagliari sulla catena di omicidi, rapine e attentati avvenuti in Ogliastra 20 anni fa e legati, secondo la DDA, all’assalto all’armeria di Capo Bellavista, ad Arbatax, nel settembre del 2004.

Cambiato il giudice a latere (a Stefania Selis è subentrata Alessandra Angioni), la Corte presieduta da Tiziana Marogna ha proseguito con l’esame delle prove d’accusa: il pubblico ministero Danilo Tronci ha chiamato a deporre un gran numero di testi, ma molti dei quali – anche a causa del troppo tempo trascorso dai fatti – hanno avuto necessità di varie contestazioni prima che dalla memoria riaffiorassero i ricordi. Continua dunque il dibattimento sull’assalto e sugli omicidi: i malviventi erano riusciti a scappare con diverse armi da guerra di proprietà dell’Esercito.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, durante la rapina al deposito uno dei banditi, Marco Ferrai, morì per cause mai chiarite. I suoi genitori, Nino Ferrai e la moglie Mariangela Bagnoni, furono uccisi pochi mesi dopo, nel dicembre del 2004, proprio perché, dice ancora l’accusa, avrebbero iniziato ad indagare per scoprire le ragioni della scomparsa del figlio.

Alla sbarra sette imputati: Angelo Balzano di Arzana, i suoi compaesani Giangiuseppe Ferrari e Luigi Piras, Andrea Agus di Lanusei, Paolo Mulas e Armando Mameli, entrambi di Tertenia, e Salvatore Mereu di Tortolì. Cesare Balzano, fratello di Angelo e ritenuto uno dei capibanda, è stato ucciso in un agguato nel suo podere nell’agosto 2019. Indagando sui vari episodi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e il pm Tronci avevano ricostruito le trame degli omicidi di Lino Perotti e Angelo Tangianu, oltre che di Marco Ferrai e dei suoi genitori, e di una sfilza di rapine e attentati contro una società specializzata nella raccolta e nel conferimento dei rifiuti: ad alcuni imputati viene contestata l’estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Contestati, a vario titolo e a ciascuno per le proprie responsabilità, anche la detenzione illegale di armi e l’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo l’udienza di oggi il processi si fermerà per qualche mese: riprenderà il 14 ottobre.

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