«L’ospedale montato presso il San Francesco di Nuoro è una struttura campale. Non una tendopoli ma una struttura della Croce Rossa Italiana Comitato Regionale della Sardegna messa a disposizione della ATS di Nuoro installata in collaborazione con la Protezione civile regionale perfettamente funzionante e perfettamente a norma. Il fatto che sia oggi inutilizzato è un segno positivo e non una dimostrazione di spreco ed inefficienza».
Nuoro, l’ospedale da campo
Lo afferma il capo della Protezione Civile Antonio Belloi che assieme al presidente regionale della Croce Rossa Italiana Sergio Piredda replicano alle critiche mosse dal sindacalista CISL Giorgio Mustaro .
Belloi rimanda al mittente le accuse sull’inutilizzo della struttura: “Significa che la situazione dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, evidentemente, può essere gestita senza ricorrere a strutture di emergenza il cui utilizzo è possibile ma più complicato nel capoluogo barbaricino per le condizioni meteorologiche di questo periodo”
Il dirigente regionale spiega che: “L’installazione dell’Ospedale a Nuoro è stata decisa nell’ambito di una complessa attività a supporto della Sanità sarda iniziata sin dai primi giorni della Emergenza Covid 19 che ha consentito di dispiegare in tutta l’isola strutture campali con annessi i servizi sulla base delle necessità segnalate. Sono attualmente 67 le strutture di emergenza ancora presenti a quasi un anno di distanza nei presidi ospedalieri, nelle carceri, nei drive in utilizzati per i tamponi, nelle RSA. Al momento non esistono alternative possibili tali da garantire percorsi ed accessi covid-free. La cifra riportata non è un costo e non ricade certo sui cittadini. L’ospedale è una donazione fatta alla Croce Rossa Italiana dalla Philips Foundation integrata da una parte della logistica da campo della Protezione civile Sarda”.
” Sicuramente i cittadini nuoresi non hanno mai pensato che gli uomini e le donne impegnati nel montaggio e nell’allestimento fossero giocolieri, funamboli o pagliacci. Fatto salvo che a questi artisti, anch’essi in grande difficoltà non può che andare il nostro rispetto. Si trattava infatti di personale della Direzione generale della Protezione civile, uomini e donne della Croce Rossa, uomini e donne delle Associazioni di volontariato di protezione civile della Regione Sardegna e del coordinamento ANPAS. Personale che da febbraio garantisce disponibilità ed operatività H24 per tutti i servizi richiesti dalla Sanità, dai Comuni, dalle RSA, dalle comunità integrate” scrive Belloi nella replica: “Gli uomini e donne del volontariato di protezione civile non rappresentano certo un costo per la comunità visto che a loro sono dovuti solo rimborsi stabiliti per legge per spese che devono anticipare dai fondi propri. Anzi il loro impegno di questi mesi come qualcuno ha già accertato, ha prodotto servizi a favore della popolazione quantificabili in molte migliaia di euro. La Croce Rossa e la Protezione civile per loro natura si discostano da qualsiasi polemica o interesse politico, ma rivolgono massima attenzione alle esigenze dei soggetti più vulnerabili creando situazioni ottimali sia sulla base della prevenzione che sull’azione”.
“Bisogna essere pronti e formati per intervenire anche in scenari di rischio particolarmente complessi come quello dell’Emergenza COVID. Siamo operativi e disponibili ma speriamo che quanto prima sia possibile ripiegare tutto e ritornare ad una situazione di tranquillità almeno relativa che consenta di uscire da una emergenza economica e sociale che colpisce duramente tutta la Sardegna. Tutta l’Italia”.
