Diabete: nella Fase 2 i medici chiedono chiarezza per la riapertura degli ambulatori

Sonia

Diabete: nella Fase 2 i medici chiedono chiarezza per la riapertura degli ambulatori

domenica 26 Luglio 2020 - 10:37
Diabete: nella Fase 2 i medici chiedono chiarezza per la riapertura degli ambulatori

 I medici diabetologi della Sardegna chiedono regole chiare e certe per gestire in sicurezza le visite ai malati. Eccole le proposte dell’Associazione Medici Diabetologi sardi per riaprire gli ambulatori. Regole chiare e certe per riaprire gli ambulatori e gestire in sicurezza le visite ai pazienti, continuando a dare spazio anche alla teleassistenza. Lo chiede, e lo propone, l’AMD, Associazione Medici Diabetologi della Sardegna, in un documento indirizzato all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, con l’obiettivo di organizzare la “fase 2” e riavviare, gradualmente, l’attività in tutte le strutture di sostegno ai malati, con il dovuto distanziamento fisico. In Sardegna sono 120mila i pazienti affetti da diabete, un tasso di incidenza record, secondo solo a quello della Finlandia. Tra i 120mila, 12mila adulti sono insulino-dipendenti e a questi si aggiungono 1500 ragazzi sotto i 15 anni. «Se nella “fase 1” abbiamo gestito l’assistenza sostituendo tutte le visite programmate con procedure di teleassistenza – afferma Gianfranco Madau, Presidente Regionale AMD – supportando i nostri pazienti, condividendo con loro le strategie di cura e programmando le visite secondo i bisogni specifici di ogni paziente, in questa “seconda fase” non abbiamo avuto alcuna indicazione specifica su come operare».

Le indicazioni generali, date dai vari Decreti ministeriali, prevedono un incremento del tempo previsto per le visite, di ulteriori 15 minuti, necessari per eseguire le procedure di sanificazione tra una visita e l’altra, e scongiurare l’affollamento delle sale d’attesa dei presidii sanitari.

«Considerando la portata dell’affluenza dei nostri pazienti alle Unità di diabetologia – continua Madau – è evidente la necessità di trovare nuove soluzioni per gestire il loro bisogno clinico. L’esperienza maturata in questi mesi sulla telemedicina, risulta preziosa e può permettere di trovare delle risposte a queste criticità».

Per questo l’Associazione ribadisce la necessità che alla visita in teleassistenza venga riconosciuto da parte delle Istituzioni (Regione e Aziende Sanitarie) una tracciabilità amministrativa e un inquadramento ben chiaro rispetto alla stessa prestazione effettuata in presenza.

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