A otto giorni dall’emanazione del Decreto ministeriale sul contenimento del contagio da Coronavirus il centro di Nuoro ha chiuso i battenti, le strade sono deserte.
I controlli di polizia si fanno sempre più serrati: in campo Polizia Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Tutta la città è presidiata, si può circolare solo per comprovate necessità e muniti di autocertificazione.
Di giorno in giorno l’emergenza sembra fare il proprio corso: strade pressoché deserte e saracinesche praticamente tutte abbassate; aperte solo attività e servizi di prima necessità, tra cui farmacie, panifici, market, edicole e tabaccai. Davanti alle attività si fa la fila e si entra scaglionati, rispettando le distanze di sicurezza. Insomma la città resiste, resistono i lavoratori, chi impegnato in prima linea, dietro un bancone o una scrivania, chi a casa, in attesa di conoscere le proprie sorti; resistono i Nuoresi, che non si perdono d’animo, pur rinchiusi tra le pareti domestiche.
Purtroppo qualcuno trova il modo per eludere le regole e farsi una passeggiata, e quella del cane sembra essere la scusa più frequente, o continua imperterrito ad andare a trovare i parenti, senza preoccuparsi che in questo modo ne mette a rischio l’incolumità.
Ai giardini di piazza Vittorio Emanuele è ancora attivo il mercatino della Coldiretti del sabato e del martedì, oggi, con operatori protetti da dispositivi di sicurezza e banchi recintati per tenere i clienti alla distanza prevista; al centro della piazza, un banchetto con spray e materiale illustrativo.
Oggi, tra l’altro, le strade della città dovrebbero essere sanificate dal personale della Provincia. Al Corso, intanto, che non ha fatto neanche in tempo a rendersi conto dei essere diventato area pedonale, gli uomini del Comune si prendono cura del verde pubblico.
I balconi della città sono punteggiati dai bandiere italiane e dai disegni dei bambini con lo slogan “andrà tutto bene” e l’hastag #iorestoacasa, slogan ripreso anche in diverse vetrine dei negozi, rigorosamente chiusi.
Anche la povera Mariedda, ancora tutta tostorada (intirizzita, come recita la canzone dedicatale a suo tempo dal poeta nuorese Pasquale Dessanay) tra i cocci della sua brocca alla fonte di Istiritta, si protegge dal contagio, con la sua bella mascherina.
Insomma, si vive giorno per giorno, in attesa di vedere la fine di questo incubo e la conferma che, effettivamente, tutto sia andato bene.
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