“Strada della morte”: dopo il decesso dei due giovani di Bortigali si inizia a invocare la prudenza

L’ultimo tributo di sangue, la Statale 129 l’ha riscosso ieri mattina, domenica ottobre 2019, con la morte del 21enne Diego Caggiari, vittima dello scontro con un’altra auto (a bordo della quale viaggiava una famiglia composta da padre, madre e una bimba, feriti in maniera non grave e ricoverati al San Martino di Oristano) al km 78 dell’importante arteria che collega Nuoro con Macomer (APPROFONDISCI).

Oggi il decesso del secondo giovane che viaggiava con lui, Gavino Bulla, 26 anni, anch’egli di Bortigali, ricoverato da ieri in condizioni disperate nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile di Sassari (APPROFONDISCI).

Una delle auto coinvolte nell’incidente

Da tempo non si fa altro che invocare la messa in sicurezza di quella che, dopo la morte dei due fratelli Francesco e Matteo Pintor (rispettivamente di 23 e 16 anni, nuoresi), avvenuta la mattina di Natale del 2017, è stata ribattezzata la “strada delle morte”, a causa dell’altissimo numero di croci che la costellano.

La scena dell’incidente mortale sulla Statale 129

In pochi, però, si sono posti il problema che la pericolosità di questa strada, di fatto innegabile (data l’enorme mole di traffico che deve sopportare su due uniche corsia di percorrenza), è data in gran parte dall’imprudenza di chi la percorre, troppo spesso incurante della segnaletica e dei limiti di velocità imposti, avvezzo a tagliare le curve senza preoccuparsi troppo che in senso opposto possa sopraggiungere un altro veicolo o che se ne possa incrociare un altro condotto da una persona distratta ecc… insomma… senza adeguare la guida alle condizioni della strada, regola sempre valida quando ci si trova al volante.

Fino a quando non ci scappa il morto. E allora tutti a piangere e a rispolverare il luogo comune della pericolosità della Statale 129, ecc.

Incidente mortale sulla 129

Le argomentazioni addotte non sono casuali: chi scrive percorre spesso la strada in questione (le alternative non sono molte) e le scene descritte sono ricorrenti. Anche ieri pomeriggio, a poche ore dalla tragedia, nell’attraversare il tratto in cui si è verificato lo scontro (la cui esatta dinamica e l’accertamento di eventuali responsabilità sono ancora al vaglio degli inquirenti) si continuava a correre e superare come se nulla fosse accaduto, come se non ci fosse un domani, nonostante i segni ancora freschi sull’asfalto, e il carro attrezzi poco distante, con a bordo uno dei due mezzi coinvolti e parti meccaniche dell’altro.

Un incidente stradale all’interno della rotonda per l’accesso a Bortigali

Qualche mese fa è stata aperta al traffico una rotonda realizzata con lo scopo di mettere in sicurezza l’incrocio per Bortigali. Immediate sui social le polemiche sulla sua inutilità, sui rischi della sua scarsa segnalazione nelle immediate vicinanze (a parte i cartelli di lavori in corso), dell’assenza di adeguata illuminazione ecc. Al susseguirsi di incidenti all’interno della stessa, il primo cittadino, Pietro Caggiari (per ironia della sorte zio di una delle due ultime vittime), aveva iniziato finalmente a invitare gli automobilisti alla prudenza.

L’intervento dell’elisoccorso sula scena dell’incidente

Oggi, mentre Bortigali piange le due giovani vittime della strada e indìce due giornate di lutto cittadino, per la prima volta da allora, abbiamo sentito ancora una volta i sindaci del territorio invocare con voce unanime la prudenza. Questa voce sarà ascoltata?

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Salvatore