Orosei. Il mondo delle cave condanna la cultura delle bombe

Una condanna unanime della cultura delle bombe è arrivata ieri da Orosei, in occasione dell’assemblea pubblica organizzata dalla CGIL, in seguito all’attentato intimidatorio avvenuto la notte del 25 aprile scorso (APPROFONDISCI), nei confronti dell’imprenditore Gianni Bonfigli e la moglie Anna Scancella.

I due imprenditori, pionieri a Orosei oltre sessanta anni fa e oggi ai vertici nazionali dell’industria estrattiva e di trasformazione del marmo, siedono a capo di una vera e propria holding che conta di quattro aziende (Marmi Scancella, Simg, Quadrifoglio Marmi, Graniti e Tirreno Marmi) con oltre 150 addetti.

Orosei, incontro sugli attentai agli imprenditori del marmo (foto S.Meloni)

Bonfigli già in passato è stato oggetto d’intimidazione ma l’ordigno esploso davanti alla sua abitazione qualche settimana fa, poteva creare una vera e propria strage, solo il caso ha voluto che non ci siano state vittime.

Nell’assemblea pubblica di ieri, organizzata nell’aula consiliare del paese, hanno partecipato tanti operai e qualche imprenditore del settore. Grandi assenti, invece, a parte gli amministratori locali, tutte le altre istituzioni di ogni ordine e grado oltre alle associazioni di categoria e gli altri sindacati. Un vero e proprio peccato in quanto sono stati dati diversi spunti di riflessione e suggerimenti per migliorare le condizioni dei lavoratori del marmo e creare una sinergia, che a oggi manca, fra i diversi imprenditori del settore.

Orosei, incontro sugli attentai agli imprenditori del marmo (foto S.Meloni)

Al tavolo il sindaco Nino Canzano, il segretario provinciale della CGIL Salvatore Pinna e i due rappresentanti della CGIL Settore Edile: Erica Collu (segretaria regionale) e Francesco Carzedda (segretario provinciale).

Nel corso della riunione è stato evidenziato innanzitutto che questi gesti nascono da un profondo malessere sociale incentivato anche dall’assenza di lavoro, (che non deve essere ovviamente una giustificazione), inoltre è stato ribadito che gli operai del marmo spesse volte lavorano in condizioni precarie. Qualche esponente della CGIl ha sottolineato come i lavoratori del settore siano minacciati, spesse volte, di licenziamento se portano avanti le loro istanze ed evidenziano le difficoltà, come ad esempio, la mancanza di una mensa o dei bagni all’interno delle cave.

Orosei, cave di marmo (foto S.Novellu)

È stato fatto il punto anche sull’impatto che l’estrazione ha sull’ambiente circostante. Una grande problematica è il ripristino delle discariche dei residui del marmo che a Orosei non è mai stato effettuato.

A fine lavori è stato preso l’impegno da parte dei responsabili di organizzare altri incontri per approfondire altri aspetti del settore estrattivo e della lavorazione del marmo, fondamentale, non solo per Orosei ma per tutto il territorio.

S.Meloni – © Tutti i diritti riservati

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Sonia