La struttura di Notre-Dame, il capolavoro gotico devastato da un incendio, è salva, così come parte dei suoi tesori

«L’incendio è spento, ma la stabilità della cattedrale e la profondità strutturale del danno sono ancora incerti», ha detto il segretario di Stato francese all’Interno, Laurent Nunez, arrivato sul posto all’alba. È in corso dalle 8,00 di questa mattina una riunione di esperti che faranno il punto con i Vigili del fuoco, anche per capire se questi potranno continuare la loro missione all’interno della cattedrale. «Sul posto – ha detto Nunez – sono ancora al lavoro un centinaio di vigili del fuoco con otto mezzi antincendio. La questione – ha concluso – è strutturale: sapere come l’edificio resisterà al gravissimo incendio che ha subito la notte scorsa».

Questo il punto della situazione il giorno dopo il rogo che ha divorato Notre-Dame, la cattedrale di Parigi, capolavoro gotico e patrimonio dell’umanità: la sua struttura, la facciata e i tesori che custodisce sarebbero stati salvati.

La sua guglia, uno dei simboli della capitale francese, è crollata dopo essere stata preda per più di un’ora delle fiamme. La volta della navata centrale è crollata in alcune sezioni e sul transetto, dove poggiava la guglia: questo è ciò che si può dedurre dalle prime immagini riprese dall’interno della cattedrale nella notte dai vigili del fuoco. Dalle voragini sulla volta si vedono i bagliori della struttura del tetto che ancora brucia. I rilievi in marmo appaiono bruniti dal fumo e in fondo all’abside si vede la croce dell’Altare maggiore. A terra pezzi di legno fumante.

Parigini in lacrime hanno pregato per ore sulle rive della Senna, a sud dell’Ile-de-la-Cité; così i tanti turisti allontanati dalla spianata della cattedrale subito dopo le 18:50, quando le fiamme hanno cominciato a divampare; si è fermata la politica, come ha voluto il presidente Emmanuel Macron, che proprio stasera avrebbe dovuto annunciare in diretta tv importanti riforme e, in preda alla commozione, ha detto: «La ricostruiremo tutti insieme».

Nessuno dimenticherà questo 15 aprile, primo giorno delle celebrazioni della settimana Santa.

Parigi. La cattedrale di Notre Dame divorata dalle fiamme

I lavori di ristrutturazione, un cantiere gigantesco, erano cominciati da pochi giorni: era da ristrutturare e rinforzare il tetto della cattedrale, quello che – sotto la violenza delle fiamme e il peso della guglia.

Non ci sono feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è un Vigile del fuoco, uno dei 500 intervenuti con ingenti mezzi per tentare di domare le fiamme che continuavano ad avanzare inesorabili. Non si sono visti Canadair, perché lanciare bombe d’acqua dall’alto avrebbe potuto causare danni se possibile peggiori. A tarda sera, le fiamme erano meno intense, i pompieri hanno annunciato che la struttura della cattedrale “è salva” e confermato che l’incendio è legato ai lavori di ristrutturazione in corso. Il rettore ha aggiunto che reliquie preziose come “la corona di spine” di Cristo – stando alla tradizione – è intatta.

Intanto serpeggiano le polemiche sulla mancanza di adeguati ed efficaci automatismi antincendio, vista anche l’ampiezza del cantiere. A Parigi in particolare, le ultime settimane sono state punteggiate da incendi di palazzi a ripetizione, con numerose vittime, compresi Vigili del fuoco. La Procura della capitale ha aperto un’inchiesta per disastro colposo.

“Notre-Dame di Parigi in preda alle fiamme. Emozione di tutta una nazione. Pensiero per tutti i cattolici e per tutti i francesi. Come tutti i nostri compatrioti, stasera sono triste di veder bruciare questa parte di noi”, ha twittato Macron subito dopo la decisione di non andare in onda per annunciare le attesissime riforme che – nelle intenzioni dell’Eliseo – dovrebbero mettere fine alla rivolta sociale dei gilet gialli, in corso da 5 mesi.

In serata, il presidente accompagnato dalla moglie Brigitte ha parlato, con la voce rotta dall’emozione, davanti alle fiamme che – benché più deboli – ancora ardono all’interno della cattedrale: “Abbiamo evitato il peggio grazie al coraggio dei pompieri, abbiamo salvato la struttura, la facciata”. Poi ha concluso: “La ricostruiremo, tutti insieme. è quello che i francesi si aspettano, che la nostra storia merita”. Il simbolo di Parigi, il monumento storico più visitato d’Europa, è andato in cenere. I parigini sono usciti di casa e si sono avviati a piedi, seguendo la nube nera, verso le preziose guglie che si stagliavano verso il cielo e che oggi sono crollate in macerie.

Qualche accento polemico da Donald Trump, che nel suo messaggio ha parlato di necessità di “agire rapidamente”, mentre solidarietà e partecipazione al dolore sono arrivate da tutto il mondo, dall’Italia alla Germania.

L’ISIS, ha invece reso noto il Site, ha salutato il colpo “al cuore dei crociati”.

Le autorità religiose della città, in questo inizio di Settimana Santa, hanno invitato fin dalla serata i fedeli a pregare e a recarsi, da domani, nell’altra cattedrale, Saint-Sulpice. Notre-Dame, ferita a morte, stretta da ogni lato dalle mostruose gabbie delle impalcature in fiamme, ha vissuto stanotte le sue ultime ore.

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Salvatore