Lavori fermi nella diga Cumbidanovu: il Consorzio di Bonifica fa causa all’impresa appaltatrice

Sonia

Lavori fermi nella diga Cumbidanovu: il Consorzio di Bonifica fa causa all’impresa appaltatrice

lunedì 21 Gennaio 2019 - 14:28
Lavori fermi nella diga Cumbidanovu: il Consorzio di Bonifica fa causa all’impresa appaltatrice

Un momento della conferenza stampa

Lavori fermi nella diga di Cumbidanovu a Orgosolo da cinque anni dopo la devastazione del ciclone Cleopatra.  Il ripristino dell’infrastruttura doveva essere imminente ma c’è  un nuovo stop e dopo 30 anni si affievolisce ancora la speranza di vederla conclusa. L’impresa appaltatrice Itinera Spa, dopo aver risolto il contenzioso con la Regione e con il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale (ente appaltante), fa sapere che dal 2014 non ha i requisiti: non avrebbe più l’iscrizione per gestire lavori  sopra i 20 milioni di euro.

Una doccia fredda per il Consorzio di Bonifica che attraverso il suo presidente, Ambrogio Guiso, in una conferenza stampa, annuncia di far causa all’Itinera Spa. «Dopo due anni e mezzo di arbitrati per recuperare i 5 milioni per i danni subiti con Cleopatra dall’impresa – afferma – ed essere arrivati alla firma per  il riavvio, ora l’Itinera Spa, si tira indietro. Qui ci sono ancora 40 milioni a disposizione per finire l’opera, dopo i circa 20 mln già spesi dal 1989 ad oggi. È inaccettabile che ci siano voluti anni per questa comunicazione, facendo accumulare ritardi enormi a tutto il territorio per cui Cumbidanovu è una infrastruttura importantissima. Faremo causa all’impresa che deve sborsare fino all’ultimo centesimo per i danni morali economici e giuridici». Presente alla conferenza stampa anche la Cgil.  «Scopriamo dopo quasi cinque anni che l’Itinera Spa non ha i requisiti per proseguire e non possiamo accettarlo – afferma il segretario Salvatore Pinna – Qui abbiamo dei lavoratori a spasso senza più tutele e un’opera strategica per il territorio che dovrebbe risolvere i problemi di irrigazione a valle del Cedrino, che si ferma di nuovo dopo 30 anni. Chiediamo che i 40 milioni di euro disponibili siano fatti propri dalla Regione e che l’opera venga mandata avanti e conclusa».

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