Vecchia Nuoro. Il Palazzo Mereu: vittima nel 1968 di un furto alla memoria storica cittadina

Salvatore

Vecchia Nuoro. Il Palazzo Mereu: vittima nel 1968 di un furto alla memoria storica cittadina

domenica 18 Novembre 2018 - 07:32
Vecchia Nuoro. Il Palazzo Mereu: vittima nel 1968 di un furto alla memoria storica cittadina

Il Corso Garibaldi negli anni ’40. A sinistra il palazzo Mereu e alla sua destra il nuovo Municipio (© Cronache Nuoresi - Tutti i diritti riservati)

 

Vecchia Nuoro. Continua il nostalgico viaggio alla ricerca della Nuoro che non c’è più. È la volta del Palazzo Mereu, vecchia sede del Comune di Nuoro. vittima nel 1968 di un furto alla memoria storica cittadina. Un pezzo di storia nuorese distrutto da un’insensata furia devastatrice che ha cancellato le radici del passato nel nome del Moderno

Nuoro; il palazzo del Banco di Sardegna (foto S.Novellu)

Nuoro; il palazzo del Banco di Sardegna (foto S.Novellu)

Nella vecchia Nuoro, l’amministrazione comunale non disponeva di una vera e propria sede civica. Nel corso dei tempi si dovette spesso ricorrere a sedi provvisorie, e in alcuni casi ci si dovette adattare a tenere sedute del Consiglio Comunale a casa dello stesso sindaco.

È quanto accadde il 6 gennaio del 1772, quando l’allora sindaco, don Antonio Francesco Nieddu Del Sardo, dovette ricevere l’odiato arrendadore Giovanni Mureddu di Fonni (inviato da Madrid dal marchese di Orani per riscuotere le tasse feudali), nello scantinato del proprio palazzo di via Mayore (palazzo Nieddu, tra piazza Mazzini e il corso Garibaldi) adattato a sede civica.

Nel 1898 il sindaco allora in carica, Antonio Luigi Are, decise di dare alla città una sede civica stabile, acquistando dal comune di Orgosolo il palazzo Mereu, una signorile costruzione a tre piani allora esistente nel corso Garibaldi, accanto a dove sorgeva la secentesca chiesa di Sa Purissima. L’edificio era pervenuto al comune orgolese da un credito vantato nei confronti dell’impresario Gaetano Mereu, titolare di un’azienda specializzata nel taglio boschivo del legname.

Il 12 luglio dello stesso anno, la Sottoprefettura di Nuoro (che allora dipendeva da Sassari) diede l’autorizzazione per l’adattamento dello stabile (fino allora adibito a civile abitazione) a sede municipale e della locale Pretura.

1908. Pianta del Comune di- Nuoro con la “Ex Chiesa di Sa Purissima” (© Cronache Nuoresi - Tutti i diritti riservati)

1908. Pianta del corso Garibaldi con indicata la “Ex Chiesa di Sa Purissima”                                          (© Cronache Nuoresi – Tutti i diritti riservati)

L’incarico dell’ampliamento fu affidato all’impresa Domenico Masini, che portò a termine l’opera il 12 marzo 1899, su progetto dell’ingegner Pietrino Nieddu – Semidei, per un importo complessivo di £ 2056,15. A partire dal 1913 il vecchio Palazzo Mereu si dimostrò tuttavia insufficiente per l’esigenza di una città in continua crescita, tanto che l’allora amministrazione comunale decise per la costruzione di una nuova sede municipale (con annesso cortile interno adibito a civico mercato) che fu edificata, accanto al vecchio Palazzo Mereu, nello spazio allora reso libero dalla demolizione dei ruderi della vecchia chiesa secentesca di Sa Purissima (presenti ancora nel 1908).

1909. Il Comune di Nuoro a Palazzo Mereu (Archivio M.Pintore - © Cronache Nuoresi - Tutti i diritti riservati)

1908. Corteo a Nuoro, a dx il Comune nel Palazzo Mereu (Archivio M.Pintore – © Cronache Nuoresi – Tutti i diritti riservati)

Con l’accorpamento dei due edifici, impropriamente il nome (Palazzo Mereu) passò a tutto il complesso municipale. Col passare del tempo, tuttavia anche sede comunale di Corso Garibaldi si dimostrò ancora una volta inadatta per esigenza di nuovi spazi, soprattutto per uso uffici.

1968. L’abbattimento del Palazzo Mereu sulla stampa dell’epoca (© Cronache Nuoresi - Tutti i diritti riservati)

1968. L’abbattimento del Palazzo Mereu sulla stampa dell’epoca                                                 (© Cronache  Nuoresi – Tutti i diritti riservati)

Sul finire degli anni ’60 si optò allora per la costruzione dell’attuale sede di Comune e Provincia di Piazza Italia, mettendo in vendita la vecchia sede a un istituto di credito che assurdamente (e nella più totale indifferenza da parte delle istituzioni e di chi avrebbe dovuto salvaguardare il nostro patrimonio storico, artistico e culturale) pensò di demolirla per provvedere a una nuova costruzione, per regalare: “una novità per Nuoro” come trionfalmente veniva annunciato sulla stampa, che aggiungeva: “ … un edificio di ben sette piani sorgerà nell’area ricavata con la demolizione del palazzo Mereu” e ancora: “Un palazzo di vetro per il Banco di Sardegna… in acciaio e cristalli”. Frasi che non hanno bisogno di alcun commento!

1958. Originale del busto del Redentore (foto C. Folchetti - © Cronache Nuoresi - Tutti i diritti riservati)

1958. Originale del busto del Redentore nell’allora palazzo Mereu (foto Carmelo Folchetti – © Cronache Nuoresi – Tutti i diritti riservati)

Nel settembre del 1968, dopo che il freddo acciaio delle ruspe diede il colpo di grazia allo storico edificio, la sede del Comune fu trasferita nei nuovi locali di Piazza Italia, ma non senza che nell’operazione di trasferimento si compiesse (mancava, infatti, la ciliegina sulla torta) l’ultimo colpo a danno del nostro patrimonio storico e artistico: durante il trasloco dei beni patrimoniali dell’amministrazione comunale, inspiegabilmente (ma forse sarebbe meglio usare la parola “volutamente”), scomparve il grande busto originale in gesso del Cristo Redentore (che servì da stampo per la fusione del colossale monumento che svetta ancora oggi sull’Ortobene) che lo scultore Vincenzo Ierace, nel 1949, aveva donato alla città di Nuoro in segno di affetto e profonda gratitudine per la città che lo rese celebre nel mondo per il suo Redentore.

Nuoto. L’impatto della moderna struttura sulle architetture circostanti (© foto S.Novellu)

Nuoro. L’impatto della moderna struttura sulle architetture circostanti (© foto S.Novellu)

Un ulteriore sfregio alla memoria storica nuorese!

Michele Pintore

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