«Dopo la stasi, determinata dalla decisione dell’ASL prima ed ATS poi di chiudere l’esperienza del project, ci si attendeva che, con la sentenza del consiglio di stato, si potesse nuovamente guardare avanti, e riprendere così il percorso interrotto».
Lo denuncia il segretario Salvatore Pinna segretario generale della CGIL sulla ultime vicende giudiziarie riguardanti il project.
Per il segretario era doveroso innanzitutto garantire i posti di lavoro
«Invece da settimane, assistiamo, ad un ripetersi di interventi pubblici di autoincensamento e di auto attribuzione di meriti, che a parere nostro, oltre allo scarso valore di merito (proprio perché si tratta di normali atti dovuti in una normale azione amministrativa) nulla indicano rispetto al vero problema che continua a restare irrisolto – prosegue il segretario. Avremo voluto vedere, cioè un attenzione concreta rispetto al come assicurare a questo territorio, dopo due anni di paralisi, con tutte le difficoltà che ne sono seguite, il percorso di riqualificazione strutturale e di rilancio dei servizi».
«ATS e Regione Sarda hanno l’obbligo di dire, se, recuperando la funzione originaria del project, si ripropone questo come strumento per il completa mento delle opere e la qualificazione dei servizi, oppure se misure alternative sono state individuate specificarne i termini e soprattutto le fonti di finanziamento – conclude l’esponente della CGIL . Quale che sia la strada che si intende percorrere unico dato certo e che la situazione attuale non può perdurare oltre, mantenendo invariato il contesto di incertezza sugli investimenti e sui livelli occupativi che regna da due anni».
© Tutti i diritti riservati