Droga, armi e un piano per il sequestro della salma di Ferrari: sono 41 le persone comparse davanti al Gup

Sonia

Droga, armi e un piano per il sequestro della salma di Ferrari: sono 41 le persone comparse davanti al Gup

giovedì 01 Marzo 2018 - 10:11
Droga, armi e un piano per il sequestro della salma di Ferrari: sono 41 le persone comparse davanti al  Gup

Cagliari, l'ingresso al Palazzo di Giustizia (© foto S.Novellu)

Concluse le indagini, sono complessivamente 41 le persone comparse ieri davanti al Gup del tribunale di Cagliari Maria Alessandra Angioni, accusate di essere coinvolte chi più chi meno  in un traffico di droga e armi tra il nord Italia e la Sardegna.

Nello specifico a fine marzo dell’anno scorso le manette erano scattate per 23 persone che oltre a  essere accusati di aver messo su un vero e proprio commercio nazionale  di sostanze stupefacenti, erano sospettati anche di  anche di rapine ed estorsioni, tra cui spicca un piano per rapire la salma di Enzo Ferrari dal cimitero di Modena così da chiederne il riscatto (APPROFONDISCI).

Per loro il  procuratore aggiunto della Direzione distrettuale Antimafia, Gilberto Ganasi, ha chiesto il rinvio a giudizio.

Sedici imputati hanno già fatto sapere che non faranno scelte di rito alternativo, mentre tutti gli altri andranno in abbreviato e già in serata qualcuno – quelli che hanno le posizioni più leggere senza la contestazione dell’associazione a delinquere – potrebbe optare per il patteggiamento.

Per questioni di spazio e di sicurezza, l’udienza è stata tenuta nell’aula bunker della Corte d’Assise di Cagliari, dove un esercito di legali ha già presentato numerose eccezioni preliminari.

Giovanni Antonio Mereu e I due poderi di famiglia a Orgosolo

Giovanni Antonio Mereu e I due poderi di famiglia a Orgosolo

Capo indiscusso della banda, secondo quanto accertato dalla Dda, viene indicato Giovanni Antonio Mereu, 47 anni, di Orgosolo ma residente a Traversetolo, che sta partecipato all’udienza in videoconferenza dal carcere di Parma. Sarebbe stato proprio Mereu – conosciuto con l’appellativo di Gianni Caddina e difeso dalle avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, che per lui hanno già annunciato la richiesta di abbreviato – la mente del piano per rubare la salma del fondatore della “Rossa” nell’inverno del 2015, con diversi sopralluoghi nel cimitero monumentale di Modena dove è sepolto il patron della Ferrari, un piano poi fallito per interventi ad hoc dei militari. L’organizzazione criminale – stando alla tesi della Dda – aveva base ad Orgosolo ma poteva operare tranquillamente anche a Parma, Reggio Emilia, Modena, Lodi, Grosseto, Mantova e Padova e capace di stringere legami con la ‘Ndrangheta calabrese. Tra gli imputati ci sono anche un militare dell’Esercito e un impiegato del ministero della Difesa: per i carabinieri di Nuoro, che hanno curato l’intera indagine, il traffico d’armi era concentrato attorno all’attività di rottamazione delle armi del Cerimat (Centro Rifornimenti e Manutenzione) di stanza a Padova. Per la Dda il luogotenente Giuseppe Mattei, 56 anni, di Cadoghene (Padova), e il dipendente del Cerimat Paolo Paris, 52 anni, di Stanghella (Padova), avrebbero rubato armi o parti di esse, poi modificate dall’armaiolo Renato Bazzan, 58 anni, vigile del fuoco residente a Conselve (Padova).

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