Ogliastra. Furto di DNA dei sardi: indagati amministratori di Shardna e sindaci del territorio

Sonia

Ogliastra. Furto di DNA dei sardi: indagati amministratori di Shardna e sindaci del territorio

lunedì 30 Ottobre 2017 - 12:38
Ogliastra. Furto di DNA dei sardi: indagati amministratori di Shardna e sindaci del territorio

I campioni del DNA dei Sardi recuperati dai Carabinieri

17 avvisi di garanzia per il furto di provette contenenti DNA e campioni biologici in Ogliastra sono stati notificati agli amministratori, ai diversi presidenti della società Shardna e ai sindaci di alcuni comuni del territorio.

I provvedimenti sono stati emessi venerdì scorso dal Gip del Tribunale di Lanusei e dal Procuratore della Repubblica Biagio Mazzeo e notificati dalla compagnia di Jerzu, guidata dal Capitano Giuseppe Merola  in sinergia con le locali stazioni.

L’attività investigativa partì l’anno scorso in seguito alla denuncia di una dipendente del parco genetico dell’Ogliastra, che si era accorta della sparizione dei campioni di DNA da tre cassetti frigo del laboratorio del parco Genos di Perdasdefogu.  Nel vortice dell’inchiesta finirono 53 persone responsabili a vario titolo dei reati di furto aggravato, peculato, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Nel corso dell’indagine, 36 posizioni vennero archiviate per sopraggiunta prescrizione dei reati.  Tra  gli indagati di oggi risultano esserci anche  alcuni primi cittadini, responsabili di aver concesso arbitrariamente l’accesso agli uffici dell’anagrafe comunale.  Violando  la privacy dei cittadini per consentire la ricerca.

Il Parco genetico era nato nei primi anni 2000 con l’obiettivo di studiare il DNA di una fra le popolazioni più longeve al mondo, ma anche le sue malattie ereditarie. La società SharDna, e la sua banca dati, ultimamente è stata acquistata da una azienda britannica per 250 mila euro.

La vendita aveva suscitato malumori e polemiche in Ogliastra tra i cittadini che avevano donato il proprio DNA. Sulla vicenda era anche intervenuto il garante della Privacy che aveva stabilito che quelle informazioni genetiche potevano essere utilizzate solo con un nuovo consenso dei donatori. Consenso che alcuni hanno poi revocato

Inizialmente per il furto degli  oltre 25mila campioni di DNA prelevati da circa 14mila ogliastrini,  era stato aperto un fascicolo contro ignoti da parte della Procura della Repubblica di Lanusei.  Successivamente il professore Mario Pirastru, creatore della società SharDna, aveva dato indicazioni al Procuratore della Repubblica Mazzeo che le provette erano state trasferite a Cagliari all’ospedale San Giovanni di Dio, quindi, in realtà non ci sarebbe stato nessun furto.

Una spiegazione che a distanza di un anno non ha convinto il Gip del Tribunale di Lanusei,  che ha riaperto l’inchiesta notificando gli avvisi di garanzia.

Sono diversi i punti da chiarire. Tra questi, la corrispondenza tra il numero delle provette scomparse a Perdasdefogu e quelle ritrovate a Cagliari e la questione legata alla privacy per l’utilizzo dei campioni del DNA dei Sardi. Il PM Mazzeo potrebbe chiudere le indagini a breve: ora si attendono i risultati della perizia disposta dal PM sui computer sequestrati

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