La morte riletta sui social: nessun rispetto, pur di dire la propria

Salvatore

La morte riletta sui social: nessun rispetto, pur di dire la propria

giovedì 29 Giugno 2017 - 17:13
La morte riletta sui social: nessun rispetto, pur di dire la propria

Un ritratto di Pietro Sanna

Su Facebook proliferano commenti poco appropriati a un grave fatto di sangue come la morte di Pietro Sanna

Nuoro e la Sardegna piangono la tragica scomparsa di un proprio giovane figlio, Pietro Sanna, ucciso a coltellate a soli 23 anni in una terra lontana, pare da una vicina di casa o dalla coinquilina o chissà da chi e chissà per che cosa.

L’unica cosa certa, al momento, è che Pietro non c’è più. Era partito alla volta della capitale britannica per perfezionare la lingua inglese, seguendo le orme del fratello maggiore, e pare avesse trovato lavoro, di recente, in un grande magazzino. A breve avrebbe dovuto far rientro nella sua terra, dai propri cari ma un atroce destino ha deciso diversamente.

Mentre ogni testata cartacea e digitale diffondeva notizie clone, condendo con dettagli più o meno significativi, i pochi dati certi battuti dalle agenzie di stampa, desunti a loro volta dai laconici post pubblicati su Twitter dalla polizia londinese, l’altro social network, per non dire “il social network”, ovvero Facebook, diventava terreno fertile per post di amici che condividevano ricordi comuni, quelli di cordoglio alla famiglia, quelli degli indignati per un fatto così assurdo e crudele, quelli che sentivano quanto accaduto come una ferita insanabile a se stessi per via del comune sangue versato dal giovane conterraneo.

Alcuni dei commenti alla morte di Pietro Sanna apparsi ieri su Facebook

Alcuni dei commenti alla morte di Pietro Sanna apparsi ieri su Facebook

Facebook, però, si sa, dà voce anche a chi nella vita reale voce ne avrebbe poca o forse nulla, e allora ancora una volta assistiamo alla fiera dell’idiozia, cui vanno ascritti alcuni commenti apparsi in coda al post dedicato ieri da un noto quotidiano nazionale alla notizia dell’arresto di una donna, forse l’autrice del delitto, sulla propria pagina social.

Anche questo, come l’assurdità del fatto in questione, è un segno dei nostri tempi. Un segno che forse dovrebbe farci riflettere sulla piega che ormai ha preso l’approccio che abbiamo con le cose, anche le più gravi.

Salvatore Novellu © Tutti i diritti riservati

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