La cartella clinica di Salvatore Dessolis non è stata ancora visionata dal Centro di Torino che lo dovrebbe prendere in cura
Salvatore Dessolis, commerciante mamoiadino costretto da sempre in una sedia a rotelle, oggi ha fatto un gesto estremo: si è incatenato davanti ai cancelli degli uffici amministratativi dell’ASSL di via Demurtas a Nuoro.
Perché? Per il semplice motivo che la sua dignità di uomo e di paziente è stata calpestata e lui, sommessamente, vuole rendere nota e portare avanti la propria lotta.
«Da 33 anni – spiega – ricevo cure salvavita per la mia condizione medico sanitaria in una clinica in Germania, oggi l’ASSL mi nega l’autorizzazione a continuare la terapia all’estero».
Le argomentazioni burocratiche fornitegli dall’Azienda Sanitaria spiegano che “c’è un Centro di unità spinale anche in Italia, esattamente a Torino, dove il il paziente può ricevere le stesse prestazioni medico sanitarie”.
A Dessolis, però, che più volte per la sua malattia si è visto al confine tra la vita e la morte, queste spiegazioni non bastano. Intanto, in questa calda mattinata di maggio, davanti ai cancelli dell’ASSL di Nuoro (luogo scelto per inscenare la propria protesta) nessun medico responsabile si è visto per fornire delucidazioni a un uomo che, evidentemente, vorrebbe delle risposte più esaustive.
Attorno a lui solo giornalisti e parenti. La moglie e il fratello «i responsabili ASSL – dicono – ci hanno spiegato che la clinica di Torino non ha nemmeno visionato la cartella sanitaria di Salvatore, allora ci chiediamo come possono valutare il diniego dell’autorizzazione di proseguire le cure all’estero?».
A un certo punto dalla porta degli uffici amministrativi dell’ASSL, esce il direttore Dottore Andrea Marras. È di fretta e, mentre rapidamente attraversa la strada assieme all’addetto stampa, premettendo di essere in partenza offre la propria spiegazione: «non è una questione di rimborso spese ma di competenza territoriale, il caso del paziente è stato valutato da una Commissione medica alla quale gli abbiamo dato tutti i riferimenti».
Poi si allontana a piedi seguito dall’addetto stampa mentre Dessolis, nella dignità di chi vuole far valere i propri diritti rimane li, incatenato a quei cancelli per proseguire non sa fino a quando la propria lotta.
Sonia Meloni
© Tutti i diritti riservati