Gavoi in Plexus 1987-2017: “Bring your Community”

Sonia

Gavoi in Plexus 1987-2017: “Bring your Community”

lunedì 01 Maggio 2017 - 08:20
Gavoi in Plexus 1987-2017: “Bring your Community”

A Gavoi, ExCà – Caserma Betza (via S.Antioco – Gavoi), dal 30 aprile a 14 maggio 2017

Iniziata a New York nei primi anni Ottanta, l’esperienza culturale di PLEXUS INTERNATIONAL (www.plexusinternational.org) ha prodotto e, tutt’oggi, continua a creare ‘connessioni’ tra gli Stati Uniti, la Sardegna e Dakar, Roma, Amsterdam e l’Australia. Ancor prima della diffusione di Internet, PLEXUS ha promosso il ruolo strategico della comunicazione attraverso il concetto di rete, di network, di intreccio, desumibile dalla stessa etimologia latina del proprio nome: plecto – intrecciare.

PLEXUS non è un’associazione né un movimento, è piuttosto un ‘fenomeno’ dato dal coinvolgimento di artisti e scienziati, e basato sui valori della partecipazione e della cooperazione. È un viaggio, una metamorfosi cui ben si adatta la metafora del serpente: rettile mutevole e capace di avvinghiare chiunque lo sfiori.

La ricerca di interazione tra arte e scienza, e la messa in discussione del ‘sistema’ culturale e sociale, hanno caratterizzato l’esperienza di PLEXUS negli anni Ottanta, descritta come «un viaggio metaforico e mitico a bordo della nave degli schiavi dell’arte». Un percorso che ha spostato l’attenzione dal panorama artistico newyorkese alla Maison des Esclaves di Gorée-Dakar. Questa azione concettuale ha individuato nella Porta del non Ritorno della Casa degli Schiavi il punto di ‘approdo’, oltreché il luogo simbolo di PLEXUS, dal quale intraprendere il «rimpatrio dell’arte nella comunità».

A partire da New York, passando per Amsterdam, Parigi e Roma, nel lungo viaggio verso Dakar, la nave plexoniana fece tappa in Sardegna. Fu così che nel luglio del 1987, sospinti fino al centro dell’Isola, nel contesto spaziale del Santuario di Sa Itria a Gavoi, 160 artisti di 23 nazionalità svilupparono la prima Plexus Art-Coopera – Il Serpente di Pietra.

Quel che resta dello specifico evento sono le foto, gli scritti, gli oggetti artistici e i racconti narrati in prima persona dai protagonisti. È quanto serve a ricordare, comprendere o, semplicemente, conoscere l’importanza, in
prospettiva storica e culturale, dell’inclusione di Gavoi nell’intricata rete di PLEXUS. Ed è quanto propone la mostra Gavoi in Plexus 1987-2017, allestita all’ExCà di Gavoi, che sarà aperta al pubblico a partire da domenica 30 aprile
alle ore 18.30.

Il progetto, promosso dall’Associazione Culturale S’Isprone, è curato da Michela Buttu e coordinato da Francesca Podda, e si presenta articolato in due sezioni. A quella storica che si prefigura, al contempo, come documentaria ed artistica, segue una sezione nuova, riservata ad artisti e creativi locali. Quest’ultima è il risultato di una OPEN CALL, cui si è scelto di non
applicare il meccanismo della selezione, e alla quale hanno partecipato quattordici differenti personalità, tra artisti per professione e creativi per passione: Luciano Busia, Sara Busia, Anna Congiu, Rossana Fancello, Silvia Ginesu, Silvia Gua, Antonio Marchi, Claudio Marchi, Sandro Marchi, Pietro Mattu, Filippo Mereu, Chiara Sedda, Fabio Sedda, Siesko. Ad ognuno è stata
data la totale libertà nella scelta dei materiali e delle tecniche. E ciascuno ha risposto, con la propria poetica e linea di espressione, all’invito “Bring your Community” che si è sostituito al motto dell’87 “Bring your Serpent”.

Nel quadro concettuale di PLEXUS, l’attività di ‘documentazione’ è individuata quale momento fondamentale per mantenere viva la community, ovvero come una forma di partecipazione collettiva capace di vivacizzare la dimensione relazionale tra le persone.

Applicata al contesto gavoese, una simile concezione si è concretizzata in un’azione che ha puntato sul coinvolgimento diretto degli abitanti. A famiglie, associazioni e persone singole è stato chiesto di sfogliare il proprio album dei ricordi, e di prender parte al progetto donando all’Associazione una o più foto relative al decennio 1985-1995. Il materiale fotografico, così raccolto, ha costituito il soggetto-oggetto di intervento da parte degli artisti che, a partire dal macro-tema di comunità, hanno ricavato dalla
documentazione consegnata ulteriori nuclei tematici e spunti di riflessione.

Bring your Community, che dà il nome alla sezione nuova del percorso espositivo, rappresenta non solo un invito a reinterpretare la realtà comunitaria attraverso la lente della creatività, ma anche la descrizione di un momento in cui le persone possano riconoscersi, sorridere e sentirsi parte del nuovo evento artistico.

Un evento che, come nella migliore tradizione di PLEXUS, si fonda sui concetti di rete e di scambio, e attinge al passato, guardando al presente, per proiettare le varie azioni nel “viaggio” futuro.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi