Nuoro. Controllavano gli appalti per la gestione dei rifiuti: 5 arresti per associazione mafiosa

Sonia

Nuoro. Controllavano gli appalti per la gestione dei rifiuti: 5 arresti per associazione mafiosa

martedì 11 Aprile 2017 - 12:34
Nuoro. Controllavano gli appalti per la gestione dei rifiuti: 5 arresti per associazione mafiosa

Alcuni capannoni per lo stoccaggio dei rifiuti

Controllavano gli appalti pubblici e la gestione dei rifiuti in diversi Comuni dell’Isola.

Quella sgominata oggi è una vera è propria associazione mafiosa, organizzata a più livelli, che si aggiudicava gli appalti pubblici con la forza delle minacce e intimidazioni – una decina i camion compattatori appartenenti soprattutto alla ditta Poddie di Tonara, dati alle fiamme tra il 2010 e il 2015. Gli attentati intimidatori, però, sono stati messi a segno anche a Torpè, Paulitatino, Buddusò e Santu Lussurgiu – nei confronti delle ditte concorrenti e dei funzionari pubblici che avevano la di responsabilità gestirli.

La ditta in questione, la Ecoservice di Santu Lussurgiu, oltre alla gestione mafiosa degli appalti pubblici, agiva anche seppellendo rifiuti in discariche abusive nel territorio del proprio paese, inquinando quindi le falde acquifere.

L’operazione dei Carabinieri denominata “Terra bruciata” è scattata alle prime luci dell’alba di oggi tra le province di Nuoro, Cagliari e Oristano.

Rifiuti accumulati nelle discariche abusive

Rifiuti accumulati nelle discariche abusive a Santu Lussurgiu

In campo gli uomini della Compagnia di Tonara, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo ecologico di Cagliari, hanno eseguito cinque misure cautelari in carcere, agli arresti domiciliari e con obbligo di dimora.

Una discarica abusiva

Una discarica abusiva a Santu Lussurgiu

«Avvalendosi del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento e omertà patite dalle ditte concorrenti e dai funzionari pubblici interessati nei relativi procedimenti – hanno spiegato i capitani Andrea di Nocera, della Compagnia di Tonara, e Angelo Rubechini, del NOE di Cagliari,  nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina nei locali del Comando provinciale di Nuoro – controllavano gli appalti pubblici per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani in diversi comuni dell’Isola»

«Le intimidazioni, le minacce e i danneggiamenti con modalità mafiose – ha spiegato il capitano Di Nocera – facevano sì che le altre ditte si ritirassero dalle gare e partecipasse sempre la stessa impresa di Santu Lussurgiu».

«Partendo da reati di ordinaria amministrazione – secondo il  capitano Rubechini – i colleghi di Tonara sono riusciti a vedere oltre e a scoprire reati più grossi. Le persone coinvolte nell’organizzazione, inoltre, interravano i rifiuti tossici nell’agro di Santu Lussurgiu. Una condotta che oltre al danno ambientale, è risultata lesiva nei confronti degli operatori virtuosi che sostenevano costi onerosi per lo smaltimento».

Una dozzina in tutto gli indagati. A finire in carcere Giovanni Maria Firinu (classe 1959, residente a Santu Lussurgiu). Indagata anche la moglie, F.P. amministratrice della Ecoservice).

Agli arresti domiciliari, invece, Massimo Settefonti (classe 1971, residente a Santu Lussurgiu) e Giuseppe Amato (classe 1966, residente a Torre Annunziata, in provincia di Napoli). Quest’ultimo si occupava a Napoli anche delle revisioni degli auto-compattatori praticando un prezzo speciale.

Obbligo di dimora, infine, per Gonario Moro (classe 1977, residente a Oniferi, dipendente dell’impresa Moro di Oniferi specializzata nello smaltimento dei rifiuti) e Franca Pani (classe 1974, residente a Macomer, direttrice della ditta Ecoservice).

Una discarica abusiva

Una discarica abusiva a Santu Lussurgiu

I provvedimenti restrittivi sono stati richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari e emessi dal GIP del Tribunale di Cagliari.

L’accusa per tutti è quella di “associazione di tipo mafioso“.

Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati condotti, rispettivamente, nella casa circondariale di Uta e presso le rispettive abitazioni, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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