Nuoro. La banda barbaricina che progettava il furto della salma di Enzo Ferrari tace davanti ai giudici

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque arrestati martedì scorso e rinchiusi nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, nell’ambito dell’operazione “Tutti innocenti”, legata a un vasto traffico di droga e armi, tra il nord Italia e la Sardegna (APPROFONDISCI). Un’operazione che su richiesta dalla Dda di Cagliari ha portato a 34 misure cautelari tra la Sardegna, la Toscana, l’Emilia Romagna il Veneto e la Lombardia.

La banda, secondo gli inquirenti, progettava tra l’altro di rubare la salma di Enzo Ferrari, dal cimitero di Modena, a scopo di estorsione.

Giovanni Antonio Mereu e I due poderi di famiglia a Orgosolo

Stamattina il Gip del tribunale di Cagliari Ermengarda Ferrarese ha interrogato nel carcere nuorese Antonio Francesco Mereu di 54 anni, Antonio e Antonello Mereu di 27 e 26 anni, assistiti dall’avvocato Michele Mannironi. Si tratta del fratello e di due nipoti di Gianni Mereu, residente da anni nel parmense e considerato la mente della banda, in carcere a Parma e che dovrebbe essere sentito dal giudice anche lui in queste ore.

Interrogati dal gip anche Antonio Francesco Pipere di Orgosolo, difeso dall’avvocato Angelo Magliocchetti; Antonello e Graziano Lutzu di 52 e 26 anni di Mamoiada, difesi dall’avvocato Gianluca Sannio.

Nel carcere di Parma è stato sentito Giovanni Succu, 49 anni, residente a Villanova Sull’Arda (Pc): anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e armi.

Le indagini avevano preso le mosse nel 2007 con il sequestro-lampo a scopo di rapina dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce. Da quell’indagine è nato un procedimento autonomo sulla droga da cui sono emersi due filoni di indagini collegati tra loro: da un lato quello riguardante le attività illecite di Graziano Mesina, dall’altro i traffici legati alla droga e armi riconducibili a Gianni Mereu.

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Sonia