Nuoro. La banda barbaricina che progettava il furto della salma di Enzo Ferrari tace davanti ai giudici

Sonia

Nuoro. La banda barbaricina che progettava il furto della salma di Enzo Ferrari tace davanti ai giudici

venerdì 31 Marzo 2017 - 17:31
Nuoro. La banda barbaricina che progettava il furto della salma di Enzo Ferrari tace davanti ai giudici

La conferenza stampa odierna al Comando dei Carabinieri

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque arrestati martedì scorso e rinchiusi nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros, nell’ambito dell’operazione “Tutti innocenti”, legata a un vasto traffico di droga e armi, tra il nord Italia e la Sardegna (APPROFONDISCI). Un’operazione che su richiesta dalla Dda di Cagliari ha portato a 34 misure cautelari tra la Sardegna, la Toscana, l’Emilia Romagna il Veneto e la Lombardia.

La banda, secondo gli inquirenti, progettava tra l’altro di rubare la salma di Enzo Ferrari, dal cimitero di Modena, a scopo di estorsione.

Giovanni Antonio Mereu e I due poderi di famiglia a Orgosolo

Giovanni Antonio Mereu e I due poderi di famiglia a Orgosolo

Stamattina il Gip del tribunale di Cagliari Ermengarda Ferrarese ha interrogato nel carcere nuorese Antonio Francesco Mereu di 54 anni, Antonio e Antonello Mereu di 27 e 26 anni, assistiti dall’avvocato Michele Mannironi. Si tratta del fratello e di due nipoti di Gianni Mereu, residente da anni nel parmense e considerato la mente della banda, in carcere a Parma e che dovrebbe essere sentito dal giudice anche lui in queste ore.

Interrogati dal gip anche Antonio Francesco Pipere di Orgosolo, difeso dall’avvocato Angelo Magliocchetti; Antonello e Graziano Lutzu di 52 e 26 anni di Mamoiada, difesi dall’avvocato Gianluca Sannio.

Nel carcere di Parma è stato sentito Giovanni Succu, 49 anni, residente a Villanova Sull’Arda (Pc): anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e armi.

Le indagini avevano preso le mosse nel 2007 con il sequestro-lampo a scopo di rapina dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce. Da quell’indagine è nato un procedimento autonomo sulla droga da cui sono emersi due filoni di indagini collegati tra loro: da un lato quello riguardante le attività illecite di Graziano Mesina, dall’altro i traffici legati alla droga e armi riconducibili a Gianni Mereu.

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