Crisponi. Chiusura del Ponte Oloè inaccettabile dopo recenti e costosissimi lavori: interrogazione urgente in aula

Sonia

Crisponi. Chiusura del Ponte Oloè inaccettabile dopo recenti e costosissimi lavori: interrogazione urgente in aula

lunedì 30 Gennaio 2017 - 10:01
Crisponi. Chiusura del Ponte Oloè inaccettabile dopo recenti e costosissimi lavori: interrogazione urgente in aula

Luigi Crisponi (foto S.Novellu)

Chi ha appaltato i lavori, chi materialmente li ha eseguiti e chi li ha verificati e collaudati dovrà chiarire

La notizia della chiusura del Ponte di Oloè apre una serie di preoccupati interrogativi che sono oggetto di una interpellanza urgente presentata dal Consigliere regionale dei Riformatori Luigi Crisponi all’aula di Via Roma.

«Innanzitutto – ha dichiarato Crisponi – è da spiegare per quale motivo un ponte oggetto di recentissimi e costosi interventi di ristrutturazione, venga già dichiarato inagibile alla prima vera scarica d’acqua successiva a quella del tragico 18 Novembre 2013».

«Non può essere sufficiente la fuga dalle responsabilità – ha proseguito Crisponi – di chi ha appaltato i lavori, di chi materialmente li ha eseguiti e di chi li ha verificati e collaudati, affermando che “il problema riguarda una parte del manufatto non interessato dai lavori eseguiti dopo il ciclone Cleopatra. Ciò starebbe a confermare una probabile negligenza dal momento che è impensabile operare con un costoso e delicato intervento senza un’accurata verifica e una puntuale valutazione dello stato complessivo del ponte».

«Se parte delle ingenti risorse messe a disposizione dell’Anas (con il Presidente Ciucci che fra l’altro agì come commissario delegato per gli interventi di ripristino della viabilità statale e provinciale), per riparare i danni dovuti alla furia delle acque sono state per esempio destinate al rinforzo delle golene, significa che son stati trascurati i più urgenti e rigorosi interventi sul piede e sulle arcate del ponte».

Ma altre sono le domande che doverosamente ci si pone, incalza Crisponi: «Erano state controllate a dovere le strutture in calcestruzzo armato sottostanti l’impalcato? Le verifiche e i rilievi strutturali da parte di Anas e Amministrazione Provinciale non avevano fatto emergere alcun dubbio sul crescente stato di degrado del ponte? Possibile che non avesse destato preoccupazione fin da allora il generale ammaloramento dell’impalcato, in relazione anche alla erosione e alla violenza dell’impatto con acque e detriti provocate dal nubifragio?

E infine – conclude, per quale motivo la Regione non ha avuto cura dell’allarme da noi stessi lanciato con interrogazione dello scorso Ottobre sul rischio della mancata manutenzione della piana antistante il ponte a causa dell’incredibile reticolo di canne e detriti che hanno certamente contribuito all’esondazione delle acque?»

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Un commento  - mostra commenti

  1. se sapevamo quando sarebbe arrivato il terremoto , non avremo costruito le case

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