Nell’ovile è stato rinvenuto anche un piccolo arsenale
Cinque persone in manette, oltre settanta chili di droga per un valore di circa 200mila euro, armi e munizioni posti sotto sequestro è il bilancio di un’operazione antidroga messa a segno nella notte nelle campagne di Borore.
Il blitz dei Carabinieri della stazione di Borore, coordinati dalla Compagnia di Macomer e in collaborazione con i colleghi delle stazioni di Birori e di Silanus e delle Unità cinofile dello Squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna, in un ovile in località «Mura Barbaras», in agro di Borore, è durato circa due ore.

Borore, l’ovile dove è stata compiuta l’operazione antidroga
In manette, con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente, sono finiti quattro ragazzi di Borore: Massimo Arca (34 anni) e Alessio Manca (23 anni), entrambi pregiudicati; Alberto Piras (19 anni, fuggito nel corso dell’operazione ma rintracciato grazie al fatto che nella fuga ha dimenticato il portafogli nel casolare) e Dario Deriu (22 anni), entrambi incensurati.

I Carabineri con la droga e le armi sequestrate (foto Cronache Nuoresi)
I quattro sono stati colti sul fatto mentre confezionavano in dosi la marijuana.
Arrestato anche il proprietraio del casolare all’interno del quale è stato messo a segno il blitz, Giampaolo Ibba (53 anni, anche lui di Borore) con l’accusa di detenzione di armi clandestine e favoreggiamento.

Giampaolo Ibba, il proprietario dell’ovile
Nell’ovile, infatti, nel corso di alcune ore di perquisizione è stato rinvenuto anche un piccolo arsenale composto da un fucile semiautomatico Beretta con matricola abrasa; un fucile aria compressa della potenza 27 joule; una canna per fucile con matricola abrasa; 31 cartucce calibro 12; 9 cartucce e calibro 9 parabellum e 6 cartucce calibro 7,65.

Una parte della droga e delle armi sequestrate (foto Cronache Nuoresi)

Una parte della droga sequestrata (foto Cronache Nuoresi)
Nei locali del casolare, ognuno adibito alle varie fasi della lavorazione dello stupefacente, sono stati rinvenuti anche alimenti e bevande, segno che i quattro vi lavoravano per lunghi periodi.
La piantagione, invece, non è stata ancora ritrovata.
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