Assalti portavalori: un vicesindaco la mente. L’organizzazione garantiva la latitanza a criminali

Sonia

Assalti portavalori: un vicesindaco la mente. L’organizzazione garantiva la latitanza a criminali

domenica 20 Marzo 2016 - 06:30
Assalti portavalori: un vicesindaco la mente. L’organizzazione garantiva la latitanza a criminali

Un blindato della vigilanza in transito sulla 131 (© foto S.Novellu)

L’accusa: associazione a delinquere finalizzata alle rapine ai portavalori, al traffico di droga e al riciclaggio

PRONTI A TUTTO: Erano avidi e senza scrupoli, affamati di denaro e adrenalina, pronti a sfidare le forze dell’ordine e ad uccidere vigilantes e poliziotti pur di assicurarsi bottini milionari da investire nella droga e in attività commerciali all’estero, ma anche per garantire la latitanza a pericolosi criminali.

L'assalto al portavalori alle porte di Nuoro

L’assalto al portavalori alle porte di Nuoro

ORGANIZZAZIONE PARAMILITARE: Un gruppo paramilitare specializzato negli assalti ai portavalori o ai caveau degli istituti di vigilanza in tutta Italia, come quello di Nuoro del 2013, o come l’assalto che lunedì prossimo avevano pianificato di portare a termine a Voghera, quello sgominato con un blitz all’alba dalla Polizia di Cagliari e Nuoro e dalla Guardia di finanza.

Agenti di Polizia e uomini delle Fiamme gialle hanno fermato, come disposto dal sostituto procuratore della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, 20 persone tutte accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alle rapine ai portavalori, al traffico di droga e al riciclaggio.

DUE FAMIGLIE AI VERTICI: Tra i nomi spiccano quelli dei fratelli Carlo, Gianluigi e Giovanni Olianas, di 43, 54 e 51 anni e dei cugini Luca e Sergio Arzu, di Talana, rispettivamente di 43 e 35 anni, il primo fratello di Raffaele Arzu, latitante dal 2002 al 2009, conosciuto per essere stato a capo di una banda specializzata proprio negli assalti ai portavalori in tutta Italia. Le due famiglie, secondo gli investigatori, sarebbero state al vertice del gruppo criminale. In particolare Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili «è probabilmente il cervello della banda – spiega il pm nel decreto di fermo. Ha dato prova di esperienza criminale fuori dal comune, costantemente impegnato nell’ideazione di nuovi colpi».

LE ARMI: Il gruppo, avendo a disposizione armi da guerra, esplosivi, ma anche apparecchiature per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine e speciali motoseghe per tagliare i portelloni dei blindati, sarebbe responsabile dal 2005 al 2015 di svariate rapine, tra le quali l’assalto da circa 6 milioni di euro nel caveau della Vigilanza Sardegna di Nuoro, in cui operarono 12 persone armate fino ai denti. Almeno cinque, invece, le rapine andate in fumo grazie all’intervento delle forze dell’ordine, tra queste il colpo a luglio dello scorso anno al caveau della Mondialpopl di Arzachena, dove erano custoditi circa 20 milioni di euro.

L'assalto al portavalori alle porte di Nuoro

L’assalto al portavalori alle porte di Nuoro

UN NUOVO COLPO SVENTATO: Lunedì avevano pianificato di assaltare un portavalori a Voghera. Luca e Sergio Arzu e Angelo Lostia, un altro dei 20 fermati, avevano lasciato la Sardegna clandestinamente e si trovavano già nella zona di Pavia dove sono stati catturati. Altri erano pronti a lasciare l’isola per raggiungere i complici, proprio per questa ragione all’alba sono scattati con urgenza i fermi che adesso dovranno essere convalidati. «Quella portata a termine oggi dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza è un’operazione di grande importanza perché smantella un’organizzazione paramilitare specializzata negli assalti a furgoni portavalori, che da dieci anni operava in Sardegna e nel resto d’Italia – ha sottolineato il ministro dell’Interno Angelino Alfano -. Il lavoro di 300 uomini e donne della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha reso i nostri cittadini più sicuri perché più sicuro è il nostro territorio».

PRONTI A CUSTODIRE LA VITTIMA DI UN SEQUESTRO POI FALLITO: Non solo rapine e riciclaggio di denaro investito all’estero e in droga, il gruppo criminale sgominato ieri garantiva la latitanza di pericolosi criminali. Uno di questi era pronto a prendere parte, con il ruolo di custode-guardiano, ad un sequestro di persona, poi mai portato a termine. In particolare la banda, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe protetto la latitanza di Pasquale Scanu, datosi alla macchia dopo la condanna a 28 anni per sequestro di persona, e di Attilio Cubeddu, ricercato dal 1997 dopo alcune condanne per sequestro di persona. Proprio Scanu era pronto a partecipare a un altro rapimento con il ruolo di custode, ma il sequestro non fu mai portato a termine. Scanu fu arrestato ad aprile dello scorso anno dalla Squadra mobile. In tasca aveva una pistola e una banconota da cinquanta euro macchiata proveniente dall’assalto al caveau di Nuoro.

Un furgone della Vigilanza Sardegna (foto S. Novellu - Cronache Nuoresi)

Un furgone della Vigilanza Sardegna (foto S. Novellu)

ALFANO: «Quella portata a termine ieri dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza è un operazione di grande importanza perché smantella un’organizzazione paramilitare specializzata negli assalti a furgoni portavalori, che da dieci anni operava in Sardegna e nel resto d’Italia, anche nel traffico di droga e del riciclaggio di denaro. Il lavoro di 300 uomini e donne della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha reso i nostri cittadini più sicuri perché più sicuro è il nostro territorio». Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano che si è congratulato al telefono con il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Alessandro Pansa e con il Comandante generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo per l’operazione coordinata brillantemente dalla D.D.A. di Cagliari.

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