Arru e Erriu: «è necessario un nuovo modello di programmazione dei Plus per rendere il sistema più gestibile»

Sonia

Arru e Erriu: «è necessario un nuovo modello di programmazione dei Plus per rendere il sistema più gestibile»

mercoledì 02 Dicembre 2015 - 06:00
Arru e Erriu: «è necessario un nuovo modello di programmazione dei Plus per rendere il sistema più gestibile»

Oltre 200 gli operatori che hanno partecipato all’incontro regionale

Oltre duecento persone hanno partecipato ieri, all’incontro regionale sulla programmazione dei Plus, i Piani locali unici di assistenza alle persone, tenutosi a Ghilarza alla presenza degli assessori agli Enti locali e alla Sanità, Cristiano Erriu e Luigi Arru, del presidente dell’Anci, Piersandro Scano, di amministratori comunali e degli assistenti sociali.

L’assessore Erriu ha ricordato che i distretti sanitari sono impostati su ambiti di programmazione vecchi.

«Abbiamo una multi governance su questi ambiti – ha detto – che ha creato e crea confusione, rendendo il sistema difficilmente gestibile».

Occorre mettervi mano, ha proseguito Erriu: «Siamo consapevoli che qualsiasi modifica richiede tempo. Serve un nuovo patto sociale, che si può declinare con una cabina di regia e laboratori territoriali per guidare il processo. Ci vuole integrazione tra attori e tra servizi socio sanitari, con un maggiore protagonismo dei sindaci e il riconoscimento del ruolo delle amministrazioni comunali. Anche per questo, la riforma degli enti locali può consegnarci una Sardegna più giusta e più coesa».

Sull’aspetto dell’integrazione tra sociale e sanitario si è soffermato l’assessore Arru, che ha sollevato il quesito sulle ricadute in termini di servizi, rispetto alle tante risorse che si spendono per il welfare.  «Cominciamo a valutare gli esiti anche nel sociale, fermandoci a guardare come sono state usate le risorse e quale è la soddisfazione dei bisogni delle persone. Ragioniamo su come fare vera integrazione socio sanitaria, iniziando col metterla tra gli obiettivi dei direttori generali delle ASL. Proviamo – ha detto ancora – a dare risposte differenti per domande diseguali. E facciamolo insieme, perché non funziona il comando calato dall’alto, ma la condivisione dei percorsi, anche con incontri periodici con gli operatori del sociale».

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