Nuoro: la rabbia della scuola scende in piazza

Sonia

Nuoro: la rabbia della scuola scende in piazza

martedì 05 Maggio 2015 - 11:00
Nuoro: la rabbia della scuola scende in piazza

Un momento del flash mob ai Giardini di p.zza V.Emanuele (© foto S.Novellu)

Un flash mob è stato messo in atto ai giardini di piazza Vittorio Emanuele

Due manifestini sullo sciopero del 5 maggio (© foto S.Novellu)

Due manifestini sullo sciopero del 5 maggio (© foto S.Novellu)

Insegnanti e allievi hanno incrociato le braccia in uno sciopero generale e sono scesi in piazza questa mattina in tutta’Italia per rendere pubblica la propria rabbia per le condizioni della scuola e protestare contro la proposta di legge “La Buona Scuola”.

In Sardegna, la manifestazione più importante si sta tenendo a Cagliari ma anche la scuola Nuorese ha voluto esserci mettendo in atto un flash mob ai giardini di piazza Vittorio Emanuele, al termine del quale, al canto di O bella Ciao sono stati liberati in aria centinaia di palloncini colorati.

Al centro della protesta il disegno di legge “La buona scuola” che, se venisse approvato, «porterebbe indietro la scuola di quarant’anni – si legge in un volantino diffuso oggi a Nuoro nel corso della manifestazione di piazza – e questo costituisce un pericolo per per la formazione e l’educazione dei nostri figli oltre che per la professionalità e il futuro degli insegnanti».

Un momento del flash mob ai Giardini di p.zza V.Emanuele (© foto S.Novellu)

Un momento del flash mob ai Giardini di p.zza V.Emanuele (© foto S.Novellu)

Le insegnanti lamentano lo strapotere dei dirigenti scolastici e il  “ruolo esclusivamente punitivo” degli ispettori anziché uno di collaborazione per la migliore riuscita delle attività scolastiche. Precisano, inoltre, che le condizioni in cui si trovano a operare sono assolutamente disastrose: «tanto per fare un esempio – racconta una insegnante di Lettere – i ragazzi devono portare da casa o chiedono a noi i fazzolettini di carta in quanto nei bagni non viene fornita nemmeno la carta igienica».

Gli altri punti al centro della protesta, poi, parlano di assunzioni di insegnanti precari insufficienti oltre al fatto che «coloro che avranno insegnato per 36 mesi – prosegue il volantino – saranno licenziati e non potranno fare supplenze; i docenti potranno essere utilizzati in classi di concorso affini a quelle di insegnamento; diminuiranno nei prossimi 15 anni gli investimenti nella scuola pubblica statale e aumenteranno, invece, quelli per la scuola privata». È evidente che tutto questo non farà altro che favorire le scuole private e “ghettizzare” quelle pubbliche.

Gli insegnanti chiudono con una frase del giudice, nonché Presidente della suprema Corte di Cassazione Ferdinando Ipposimato: «Questa riforma… è una vergogna che umilia e distrugge la vita di migliaia di insegnanti; dobbiamo bloccarla con la protesta democratica. Il Presidente Matteo Renzi recuperi i 30 miliardi di euro dissipati da pericolosi criminali in inutili opere pubbliche e li destini alla scuola pubblica, ai precari, ai docenti, agli studenti, ai disoccupati, ai disabili e ai giovani».

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