Inchiesta Banco di Sardegna. L'avvocato: abbiamo agito nella legalità

Sonia

Inchiesta Banco di Sardegna. L'avvocato: abbiamo agito nella legalità

martedì 03 Marzo 2015 - 08:54
Inchiesta Banco di Sardegna. L'avvocato: abbiamo agito nella legalità

Un intervento della Guardia di Finanza

Un intervento della Guardia di Finanza

Un intervento della Guardia di Finanza

L’ipotesi di reato: “false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”

Era in corso il Consiglio di amministrazione per il bilancio 2014 quando i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari si sono presentati a Sassari nella sede amministrativa del Banco di Sardegna, Gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper), e in quella legale a Cagliari per effettuare perquisizioni e acquisire documenti su incarico della Procura.

Un fulmine a ciel sereno piombato sull’istituto di credito finito sotto le lente degli inquirenti che ipotizzano il reato di false comunicazioni sociali e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.

A far scattare le indagini, infatti, è stata l’attività di controllo condotta dagli ispettori della Banca di Italia nel 2011, anche se l’inchiesta è stata aperta dal pm di Cagliari, Andrea Massidda, nel 2013.

Un lavoro certosino in cui sarebbero emerse irregolarità. Gli specialisti di Bankitalia avrebbero accertato una generale situazione di non conformità relativa al processo creditizio e questo avrebbe provocato effetti sulle dinamiche gestionali della banca con ripercussioni anche sull’ attendibilità e la trasparenza dei controlli svolti e dei dati forniti a Bankitalia stessa.

In pratica, tra le ipotesi c’è quella che l’attività svolta dall’organo di vigilanza sia stata in qualche modo ostacolata dal Banco che potrebbe non aver fornito dati reali sulla situazione al momento dell’ispezione.

Le perquisizioni e l’acquisizione dei documenti eseguite dalle Fiamme gialle, protrattesi fino al tardo pomeriggio, si sono concentrate sui bilanci del Banco del 2011 e 2012, prima della nomina del nuovo Cda avvenuta ad aprile del 2013. Gli investigatori hanno cercato documentazione relativa al processo creditizio per verificare eventuali irregolarità che potrebbero aver avvantaggio alcuni soggetti.

Circa 200 – secondo quanto si è appreso – le posizioni su cui si stanno facendo le verifiche, tra queste ci sarebbero anche Tiscali e Abbanona, il gestore idrico della Sardegna. I soggetti interessati sono comunque estranei all’inchiesta, che al momento non vede alcun nome iscritto nel registro degli indagati.

In serata, dopo che ambienti vicini alla banca avevano parlato di un clima sereno e fiducioso nell’operato della magistratura, i vertici hanno affidato al professor Luigi Concas, l’avvocato che cura gli interessi del Banco, un commento ufficiale. «L’intera operatività della Banca, ora come in passato, è costantemente tesa al raggiungimento della mission aziendale, attraverso l’adozione di adeguate soluzioni tecnico-organizzative, nel rispetto della disciplina applicabile – spiega il legale. Con la stessa attenzione – sottolinea Concas – il Banco si pone nei confronti dell’analisi in corso con estremo rispetto, fiducioso che l’esito non potrà che confermare la validità dell’approccio descritto».

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