Piantagione di oltre 400 piante di marijuana: in manette due fratelli di Gavoi

Sonia

Piantagione di oltre 400 piante di marijuana: in manette due fratelli di Gavoi

martedì 17 Febbraio 2015 - 11:30
Piantagione di oltre 400 piante di marijuana: in manette due fratelli di Gavoi

La perlustrazione dei Carabinieri all'interno della piantagione

La perlustrazione dei Carabinieri all'interno della piantagione

La perlustrazione dei Carabinieri all’interno della piantagione a Olzai

Nei guai anche il padre, accusato di tentato furto di energia elettrica

La piantagione, consistente in oltre 400 piante, era strutturata in varie piazzole, curate in maniera certosina, con una cinquantina di esemplari ognuna.

I Carabinieri della Stazione di Gavoi, al comando del maresciallo Mirco Granocchia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con installazione del braccialetto elettronico, su ordine del GIP, dott. Mauro Pusceddu, e richiesta del PM, dott. Andrea Schirra, nei confronti di due fratelli ventenni di Gavoi: Simone e Giovanni Zedda.

La piantagione di marijuana scoperta a Gavoi

La piantagione di marijuana scoperta a Olzai

I fratelli Zedda, accusati del reato di coltivazione di canapa indiana, sono ritenuti responsabili della coltivazione di una piantagione di circa 400 piante di canapa indiana rinvenuta nel mese di agosto dello scorso anno nel comune di Olzai, in località “Maleurbei”.

In quell’occasione i militari della Compagnia di Ottana, coordinati dal Capitano Alessio Zanella, in collaborazione con i colleghi dello Squadrone Cacciatori di Sardegna, durante una perlustrazione, avevano rinvenuto una piantagione composta da centinaia di piante di marijuana, dell’altezza compresa tra i 50 e i 150 cm, individuata nonostante le notevoli difficoltà legate alla particolare morfologia del territorio barbaricino.

La piantagione era strutturata in varie piazzole, curate in maniera certosina, con una cinquantina di piante ognuna. Nessun dettaglio era lasciato al caso: l’irrigazione era servita da un funzionale sistema a goccia che quotidianamente veniva attivato per fornire il sufficiente apporto d’acqua; l’intero complesso formato da tubi in gomma si alimentava direttamente da una fonte naturale posizionata ad una distanza di circa 300 metri e il cui regolare corso era stato quindi opportunamente deviato.

I coltivatori, per assicurare una certa cornice di sicurezza a chi direttamente operava sulle piante, si posizionavano in vari punti che permettevano l’osservazione sulle aree circostanti in modo da attivare il dispositivo in caso di presenza di pattuglie in zona. Uno di questi punti di osservazione, attrezzato anche di binocolo, era stato individuato dai Carabinieri.

A seguito della scoperta, l’intera piantagione era stata poi estirpata e posta sotto sequestro in attesa di provvedere al relativo campionamento per le analisi. Sequestrato, inoltre, tutto il materiale utile, rinvenuto in loco, per il proseguo dell’attvità investigativa. In prossimità delle piante, tra le altre cose, erano stati rinvenuti e sequestrati dai militari svariati mozziconi di sigaretta, fatti analizzare dal RIS di Cagliari che ne isolò le tracce di dna presenti, grazie alle quali si è potuto creare il collegamento con i due fratelli dal particolare pollice verde.

Durante la perquisizione effettuata dai Carabinieri all’interno dell’azienda agricola di famiglia, è finito nei guai anche il padre dei due arrestati, il quale dovrà rispondere di tentato furto di energia elettrica. L’uomo, infatti, aveva infatti escogitato un sistema per falsare la lettura dei consumi di energia elettrica posizionando una calamita all’interno del contatore dell’ENEL.

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