I lavoratori di Ottana Polimeri: «ci auguriamo che per noi ci sia un futuro»

Sonia

I lavoratori di Ottana Polimeri: «ci auguriamo che per noi ci sia un futuro»

mercoledì 14 Gennaio 2015 - 07:24
I lavoratori di Ottana Polimeri: «ci auguriamo che per noi ci sia un futuro»

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Davanti ai parcheggi di Ottana Polimeri, in prossimità dell’accesso alla mensa e davanti a quella che un tempo era la fermata dei pullman che trasportavano gli operai della zona di Sorgono, da ormai 66 giorni è piantata la tenda/presidio dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria.

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

I lavoratori di Ottana Polimeri in cassa integrazione (© foto S.Novellu)

Stiamo parlando di una novantina di individui (che non è esatto definire semplicemente “operai”, dal momento che si tratta di figure altamente qualificate, dotate di laurea e  di specalizzazione), i quali da un giorno all’altro si sono visti privati del loro posto di lavoro nel nome di una crisi apparente, che in realtà mira a spostare la produzione locale del PET (considerata ormai fuori mercato), in paesi dove il costo della manodopera e, dunque, del prodotto finale è nettamente più conveniente che in Italia.

Stando alla cronaca, politici, sindacati e, sembrerebbe, lo stesso propretario dell’azienda si stanno battendo perché questo non accada. I lavoratori, però, non credono a questo tanto decantato rilancio, in quanto oltre alle parole, per ora, delle istituzioni di fatto non c’è stata  ancora alcuna azione forte e concreta.

Striscione e caschi dei lavoratori di Ottana Polimeri (© foto S. Novellu)

Striscione e caschi dei lavoratori di Ottana Polimeri (© foto S. Novellu)

A rischio non ci sono solo i posti di lavoro degli operai ma anche quelli di coloro che sono impengati nell’indotto del comparto, come gli autotrasportatori.

In questo momento la situazione è di stallo. Si attende l’incontro organizzato per oggi dal Presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau,  tra i capigruppo dei partiti in Regione, una delegazione dei lavoratori, i sindacati e i sindaci dei comuni che ricadono nell’area del comparto industriale, ovvero Ottana, Bolotana e Noragugume. In realtà c’era già stato un incontro tra i Consigli comunali dei tre comuni, i lavoratori e una rappresentanza dell’azienda. In quell’occasione di era deciso di fare in modo che questione del polo industriale di Ottana (non solo quella di Ottana Polimeri) fosse oggetto di dibattito in Consiglio regionale.

62° giorno di Presidio dei lavoratori di Ottana Polimeri (© foto S. Novellu)

62° giorno di presidio dei lavoratori di Ottana Polimeri (© foto S. Novellu)

La riconversione nella chimica verde di cui si era parlato in occasione dell’incontro con Pigliaru a Nuoro deve avvenire o no? Voi cosa vi aspettate? «Sin dal primo incontro con l’assessore all’industria Maria Grazia Piras a Macomer era stata ventilata questa ipotesi, dopo essere arrivati alla conclusione che la produzione di PET dal Paraxilene a Ottana fosse ormai fuori mercato e dovesse essere interrotta. Noi lavoratori a questa cosa non abbiamo mai creduto dato che il progetto non è ancora  stato improntato su scala industriale».

I lavoratori in realta non credono nemmeno all’impegno della politica per sbloccare la situazione. «Si qualcuno si è visto in qualche rara occasione o per le feste comandate ma quotidianamente manca il contatto diretto con i rappresentanti istituzionali. L’idea che ci stiamo facendo è che al mondo politico non importi molto del fatto che l’industria chimica resti in marcia; ormai la sua funzione trainante è venuta meno, anche dal punto di vista dell’opinione pubblica e con essa l’opportunità per i politici di sposare la lotta per il lavoro di tutti noi. E per quanto riguarda il polo industriale di Ottana stiamo parlando complessivamente di almeno quattrocento lavoratori».

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Tempo fa si temeva lo smantellamento degli impianti tanto che da parte vostra c’era stata un’incursione negli stabilimenti per bloccare l’azione. «In realtà in quell’occasione, più che smantellare gli impianti sono stati svuotati i serbatoi della materia prima, fatto inaccettabile dal momento che era stato firmato un accordo sindacale tra azienda, sindacati e rappresentanza dei lavoratori nel quale è scritto che gli impianti sarebbero rimasti pronti per la ripartenza, quindi con i serbatoi pieni e le materie prime ancora nel sito, noi abbiamo bloccato i cancelli perché non volevamo che queste uscissero dallo stabilimento, secondo noi non c’è una volonta di ripartire a breve».

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Il presidio dei cassintegrati di Ottana Polimeri (© foto S.Novellu)

Non si crede ad un imminente riavvio del comparto industriale da parte della Regione perché lo stesso presidente Francesco Pigliaru, in occasione della sua visita  nel nuorese, non ha fatto tappa ad Ottana: «probabilmente non crede nel futuro di questa produzione ma non sembra interessato nemmeno a ipotizzare una sua riconversione» affermano gli operai.

Gli unici interventi che sono stati eseguiti a oggi sono stati realizzati dalla Provincia, che risulta il gestore del contratto d’area, ossia la banda larga e modifiche per il completamento infrastrutturale: «è stata triplicata la produzione, sono state apportati dei miglioramenti per quanto riguarda l’emissione degli scarichi, infatti ora questi sono stati ridotti al minimo. Peccato che, dopo aver speso milioni di euro, tutto questo rischia di bloccarsi definitivamente a danno degli investimenti pubblici che sono stati attuati fino adesso».

Senza contare il fallimento del contratto d’area dove: «su trenta aziende che dovevano entrare in attività solo cinque con grosse difficoltà hanno avviato la produzione, quindi ci si auspica che i nuovi fondi, se effettivamente saranno destinati al rilancio del comparto industriale, siano gestiti diversamente rispetto al passato, poiché i primi a vergognarci di questa situazione siamo noi operai».

«Oggi anche la portineria all’ingresso all’area industriale non è più operativa ventiquattrore su ventiquattro come in passato. Tutto è stato tagliato: dopo le 17 infatti non c’è più nessuno».

Quello che è chiaro, dunque, è che gli operai non sono più disposti ad aspettare oltre: «vogliamo sapere esattamente che futuro ci aspetta e ci aspettiamo entro questo mese una risposta concreta sul rilancio della nostra azienda e sul nostro futuro».

S. Meloni © Tutti i diritti riservati

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