Nuoro come il Burundi: le scuole saranno senza acqua, riscaldamento e luce elettrica

Sonia

Nuoro come il Burundi: le scuole saranno senza acqua, riscaldamento e luce elettrica

venerdì 10 Ottobre 2014 - 14:25
Nuoro come il Burundi: le scuole saranno senza acqua, riscaldamento e luce elettrica

Un momento della Conferenza stampa (© foto Cronache Nuoresi)

Un momento della Conferenza stampa (© foto Cronache Nuoresi)

Questa mattina è stato confermato che i servizi essenziali non saranno più garantiti da novembre.

Nuoro e provincia trattate peggio delle zone del Terzo Mondo.

Questa mattina si è tenuto un incontro in Provincia tra il Presidente Tidu, la Giunta e i 29 dirigenti scolastici del territorio.

La situazione è drammatica, Cotantino Tidu ha confermato che dal mese novembre la Provincia di Nuoro non potrà più sostenere  per le scuole del territorio il riscaldamento, corrente elettrica, acqua e servizi e trasporti per gli studenti disabili.

Un momento della Conferenza stampa (© foto Cronache Nuoresi)

Un momento della Conferenza stampa (© foto Cronache Nuoresi)

A prescindere dalle cause che hanno portato  la Provincia di Nuoro  a non avere nelle sue casse i 2 milioni e 300 mila, euro utili per garantire i servizi essenziali,  il dato certo è che a rischio c’è il futuro dei giovani nuoresi, i quali già stanno in un territorio senza grosse opportunità con un alto tasso di dispersione scolastica e in più si va a togliere a loro l’istruzione.

«A me – ha precisato Costantino Tidu – non importa che verranno cancellate le Province ma il problema è come saranno garantiti questi servizi?».

In sede di conferenza è stato detto che per i 29 Istituti scolastici del territorio rimangono per l’anno scolastico in corso 441 mila euro di riscaldamento da pagare, 571 mila euro di energia elettrica e acqua, 77 mila euro di trasporto disabili e 143 mila euro di soldi da destinare ai Comuni per garantire gli altri servizi ai disabili.

L’ incontro è terminato con l’istituzione di una delegazione composta da rappresentati politici, dei sindacati, da Confindustria e dai dirigenti scolastici che tenterranno una mediazione a Cagliari con la Regione Sardegna per avere i fondi necessari. Dopodiché se anche questo ultimo tentativo andrà a vuoto, si passerà alle proteste in piazza.

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