Polvere eri e polvere ritornerai

Sonia

Polvere eri e polvere ritornerai

venerdì 06 Giugno 2014 - 08:00
Polvere eri e polvere ritornerai

Il convegno sulla cremazione (© foto S. Novellu)

Il convegno sulla cremazione (© foto S. Novellu)

Il convegno sulla cremazione (© foto S. Novellu)

La cremazione non cancella il ricordo, non brucia l’anima, non è peccato e non prende spazio.

Si è svolto all’insegna di questo slogan il convegno sulla cremazione tenutosi nel pomeriggio di ieri, 5 giugno, nei locali dell’auditorium della Biblioteca Sebastiano Satta.

Un tema che si fa sempre più attuale, quello della cremazione, in un epoca in cui gli spazi si fanno sempre più ristretti, anche quelli dell’ultima dimora terrena. Il problema degli spazi, di fatto, è stato uno degli argomenti cardine della discussione e ha fatto emergere un dato piuttosto significativo: la tumulazione di un’urna cineraria richiede all’incirca il 10% dello spazio necessario a una sepoltura classica.

Gli interlocutori hanno preso in esame tutti gli aspetti della questione, da quello religioso a quello più spicciolo dei costi effettivi, passando per l’analisi storica e per quella statistica.

L’incontro è stato coordinato dall’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Nuoro, Raimondo Deiara.

L’onorevole Angelo Altea, co-realtore alla Camera della legge 130 sulla cremazione e dispersione delle ceneri, in apertura di dibattito ha chiarito le dinamiche legislative inerenti la cremazione, sia sul piano nazionale che regionale, precisando la necessità di uniformare le varie normative.

Don Ciriaco Vedele, Vicario del Vescovo di Nuoro, ha precisato che la Chiesa ha preso coscienza del problema e mostrato una certa apertura, sottolineando che uno degli aspetti sui quali non si potrà mai scendere a compromessi è la dispersione delle ceneri in natura, poiché questa pratica entra in conflitto con la religione cristiana che vede in essa delle valenze panteistiche, quindi inaccettabili. La soluzione, però, c’è e sta nell’individuare uno spazio a ciò preposto all’interno dei cimiteri. La chiesa non vi si oppone.

In forno crematorio di Cagliari (© foto S. Novellu)

In forno crematorio di Cagliari (© foto S. Novellu)

Alla lettura di carattere religioso e morale ha fatto seguito l’intervento della dott.ssa Serena Piras e quello dell’ing. Valentina Licheri, rispettivamente dirigente e funzionario del Servizio di cremazione del Comune di Cagliari, le quali hanno descritto nel dettaglio il funzionamento della struttura del Capoluogo (dato in appalto a un’azienda esterna), dai tempi di espletamento del servizio, abbattuti con il recente ammodernamento dei macchinari (costato circa 500,000.00 euro) da sette a due ore, ai costi effettivi dello stesso, diversi per residenti in città (circa 300 euro) e per coloro che risiedono nel resto dell’Isola (475 euro); in entrambi i casi, a questi vanno sommati il trasporto della salma dal luogo d’origine, 107 euro di accesso alla struttura e 37 euro per ogni giorno seguente nel quale la salma attende nelle celle frigorifere l’esito finale). L’impianto di San Michele, il principale dei tre dislocati in Sardegna (gli altri due sono uno a Sassari e uno alla Maddalena), data l’esiguità della richiesta, opera a pieno regime per soli tre giorni alla settimana.

L’ing. Giovanni Pollini, torinese, dopo un’accurata analisi storica ha snocciolato tutta una serie di dati statistici dai quali emerge il divario esistente tra Nord e Sud europeo, che vede una percentuale prossima al 70% in paesi come Norvegia e Danimarca a poco più del 10% di paesi come l’Italia. Il medesimo divario si ritrova nei dati relativi alla Penisola dove in città come Milano e Bolzano si supera il 60% (a Torino si va oltre il 30%) mentre nelle isole non si sfiora neanche all’8%.

Pollini ha rimarcato l’importanza di ricondurre il processo di cremazione a una dimensione di rispetto e di dignità e la necessità di salvaguardare l’esistenza dei cimiteri, luoghi della memoria, per evitare che il fenomeno «possa trasformarsi in uno sterile smaltimento di rifiuti umani», concludendo il proprio intervento col sollevare il tema dell’incentivazione della cultura della libera scelta (oggi la cremazione può essere autorizzata di proprio pugno per testamento, oppure, post mortem, dai familiari e parenti fino al sesto grado di parentela o, anche, in caso di iscrizione del defunto a associazioni aventi in oggetto questo tema) e sul fatto che si tratta di una pratica definitiva (mentre nella tumulazione tradizionale, dopo un certo numero di anni si deve procedere con l’esumazione e in certi casi nella cremazione dei resti).

Ha chiuso il convegno l’Assessore Deiara, il quale ha auspicato che il Comune di Nuoro possa, in un futuro non molto lontano, dotarsi di una struttura propria, precisando che al momento sono in corso delle trattative col Comune di Cagliari affinché questo riservi ai nuoresi un giorno specifico della settimana  e che il Comune si sta dotando di quattro celle frigorifere nelle quali potranno essere ospitate, a titolo assolutamente gratuito, altrettante salme in attesa del giorno preposto alla cremazione, abbattendone in questo modo drasticamente i costi. Deiara, infine, su sollecito del pubblico ha rimarcato che, rispetto alla tumulazione tradizionale, la cremazione consente un risparmio in termini economici, prossimo al 30%.

S. Nov. © Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi