L'utopia di una Sardegna migliore

Sonia

L'utopia di una Sardegna migliore

domenica 12 Gennaio 2014 - 13:57
L'utopia di una Sardegna migliore

Nuoro, Regionali 2014, Roberto Deriu incontra Marcello Fois (foto S. Novellu - Cronache Nuoresi)

Nuoro, Regionali 2014, Roberto Deriu incontra Philippe Daverio (foto S. Novellu - Cronache Nuoresi)

Nuoro, Roberto Deriu incontra Philippe Daverio (foto S. Novellu – Cronache Nuoresi)

Roberto Deriu gioca la carta della cultura alle Regionali 2014

«Mi sente, ci dica se è una registrazione oppure no!». Così Roberto Deriu entra in collegamento con Philippe Daverio via Skype intorno alle 18.30, dalla sede di “Sardegna Più e Meglio”, in viale della Resistenza.

Una sala gremita di persone, uomini, donne, adolescenti e personaggi politici locali ad ascoltare Philippe Daverio che con il suo look dandy (completo di gemelli ali polsini) ipotizza una Sardegna migliore. Moderatore  della serata è il giornalista della Rai, Francesco Birocchi.

Si parla di utopia, di concetto del bello e sostenibilità da realizzare nell’Isola che come sottolinea Daverio è già un territorio di per se paradisiaco.

Tematiche già affrontate nel periodo scorso nella Scuola politica organizzata a Tonara in collaborazione con lo scrittore Marcello Fois il quale, sempre via web, ha preso parte al dibattito.

«Abbiamo scelto di affrontare queste tematiche oggi, in concomitanza della presenza di Cappellacci a Nuoro» rincalza Deriu.

«La Sardegna è una sommatoria di culture – sottolinea Daverio – per il suo clima, le sue tradizioni e il suo territorio potrebbe diventare l’alternativa all’Europa del Nord, come meta turistica e non solo per il “fattore mare”. Ma si deve realizzare un progetto utopico, ovvero sognare e parallelamente mettere in atto una serie di aspettative che la vostra cultura potenzialmente custodisce. Bisogna trasformare la Sardegna da meta ignota a luogo immaginario».

Lo storico e critico dell’arte però offre anche soluzioni concrete che si potrebbero realizzare o potenziare per rendere la nostra terra più appetibile. «Bisogna valorizzare la cultura del cavallo che in questa terra ha sempre vissuto in simbiosi con l’essere umano, e svuotare dall’elemento folcloristico alcune tradizioni che hanno resistito nel tempo».

Alla domanda di Birocchi su ciò che in Sardegna dovrebbe essere eliminato e di ciò che è realmente bello, Daverio risponde: «Non esiste il concetto di bello ma di armonico, ci sono dei paesi costruiti negli ultimi cinquant’anni che sono in disarmonia con il paesaggio circostante, allora bisognerebbe creare una tavola rotonda tra esperti, popolazione e giovani per capire come valorizzare il territorio in termini urbanistici ed estetici e stabilire delle linee guida».

Marcello Fois interviene parlando della sua amata Nuoro e dello stato d’animo delle persone: «noi come cittadini – sottolinea – oggi siamo informati  solo dei nostri doveri e non dei nostri diritti, dobbiamo ricominciare a vivere in termini di normalità».

Lo scrittore analizza, poi, il concetto di “Estetica” rapportandolo a Nuoro: «se parliamo di contesto urbano – sottolinea -, sono tre gli edifici che bisognerebbe demolire (senza “se” e senza “ma”): l’edificio del Banco di Sardegna, il Centro Polivalente di via Roma e la Biblioteca Satta, in questo modo potremmo tornare a vedere la vallata di Marreri » .

Dopo questa definizione l’applauso scrosciante e unanime del pubblico presente in sala ha sancito ufficialmente l’apertura del dibattito.

So. Meloni

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