Ticket a Orosei: l’avvocato precisa sui presunti maltrattamenti alla famiglia

Sonia

Ticket a Orosei: l’avvocato precisa sui presunti maltrattamenti alla famiglia

giovedì 01 Agosto 2013 - 10:03

Lettera aperta del diretto interessato al sindaco di Orosei

In seguito alla vicenda che ha visto una bambina di tre anni e la sua famiglia (si tratta di una famiglia di turisti trentini) vittime di presunti maltrattamenti per il mancato pagamento del ticket sul pedaggio di accesso al litorale oroseino, vicenda assurta agli onori della cronaca nei giorni scorsi, riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del diretto interessato al sindaco di Orosei, Franco Mula:

Egr. Signor Sindaco di Orosei,

sono un turista trentino, padre di due bimbe, una delle quali di tre anni e mezzo affetta da sindrome di down, e sto trascorrendo un periodo feriale in Sardegna ove da oltre un decennio soggiorno nel periodo estivo.

Le scrivo per metterla al corrente del seguente accaduto.

In data 24 luglio mi sono recato presso la spiaggia di Cala Ginepro, che conosco e frequento da anni, e, dopo aver parcheggiato l’auto in un posteggio libero a diverse centinaia di metri dall’arenile, mi sono diretto, assieme a mia moglie ed alle mie figlie, verso la spiaggia che si trova subito fuori dal locale campeggio.

Poichè mia moglie attendeva alla bimba down ed alla sorella, io portavo i bagagli classici di una giornata al mare e cioè: ombrellone, seggiola pieghevole, borsone da spiaggia, asciugamani vari, rete traforata colma di giochi e borsa termica contenente bottiglia d’acqua, 4 panini ed un tupperware con frutta pretagliata, il tutto caricato su sedia pieghevole munita di rotelle in uso da qualche anno ai bagnanti.

Dopo aver percorso il tratto pedonale recintato largo poco più di un metro e posto sul lato sinistro della strada di accesso all’arenile, mi trovavo di fronte ad un ragazzo in maglietta rossa che, seduto ad un tavolino di plastica a guida da restringere il passaggio, mi chiedeva “se sapevo come funzionava”.

Poichè non comprendevo di che cosa si parlasse, il ragazzo mi riferiva che per accedere alla spiaggia era obbligatorio il pagamento di Euro 1,00 pro capite per gli adulti, esclusi i bambini, tiket che si pagava una sola volta per cui se io fossi uscito e poi rientrato non avrei nuovamente pagato (sic!).

Riferiva in particolare il ragazzo che si trattava di un corrispettivo per il servizio di salvataggio e per il wc chimico recentemente installato sul lato sinistro (per chi entra) della spiaggia… al che io precisai che, come sempre da anni, era mia intenzione non andare lì bensì sul tratto di spiaggia in prossimità dello stabilimento del campeggio..

Pur sbigottito – non certo per la somma chiesta e versata a fronte di “regolare” rilascio del tiket ma perchè trovavo anomala la imposizione di un balzello per l’accesso al demanio statale, essendo avvocato, decisi di approfondire la questione e, navigando in internet, ebbi modo di leggere le Sue dichiarazioni rilasciate alla Nuova Sardegna nelle quali, a fronte delle evidenti proteste dell’utenza, Lei precisava di aver “ordinato” alla cooperativa, gestrice convenzionata del servizio, di non applicare alcun tiket a coloro che si recavano alla spiaggia e di limitarlo invece a coloro che avessero inteso banchettare nella pineta comunale (mi è chiaro il distinguo afferente alla competenza statale esclusiva in materia demaniale marittima).

Il pomeriggio dello stesso giorno, avendo dimenticato un oggetto in auto, uscivo dalla spiaggia e, all’atto di rientrarvi col costume e la maglietta assieme all’oggetto preso in macchina, il medesimo ragazzo, evidentemente non ricordandosi del mio precedente accesso, mi accoglieva esordendo con la frase: “Buon giorno, giardini di Cala Ginepro…” …. al che lo fermavo subito dicendogli di aver già pagato prima…

Non essendo proprio uno sprovveduto comprendevo la non piena legittimità del comportamento del citato ragazzo e, dopo aver tra l’altro messo al corrente dell’accaduto un mio conoscente veneto, del quale non posso riferire le esclamazioni per la sensazione di esser stato imbrogliato, mi ripromettevo che la prossima volta in cui mi fossi recato in quel di Cala Ginepro non avrei versato alcuna gabella.

Oggi, 28.7.2013, vigente il Caronte meteorologico ed un concomitante maestrale, decidevo di tornare a Cala Ginepro e, trasportando le medesime vettovaglie poc’anzi citate sulla sedia/carrello, giungevo assieme a moglie e figlie al varco rappresentato dal restringimento provocato dal tavolino dell’esattore balneare al quale, dopo la puntuale richiesta dell’obolo, facevo presente di non ritenere dovuto alcunchè e richiamavo quanto da Lei dichiarato alla stampa in merito alle direttive impartite.

Il ragazzo riferiva che potevano entrare liberamente coloro che si recavano in spiaggia solo con un asciugamano per a fare il bagno mentre chi si portava appresso quanto io avevo caricato sulla sedia a rotelle avrebbe dovuto pagare.

Io ribadivo che la sua interpretazione non era corretta e che non avrei pagato; a quel punto il gentil giovane mi ordinava di stare lì fermo e che: “se non paga chiamo i Carabinieri”.

Facevo dunque presente che il suo rasentava un atteggiamento estorsivo e che, visto l’andazzo, intendevo registrare la conversazione. Attivavo dunque la registrazione con il telefonico e chiedevo formalmente di poter entrare alla spiaggia di Cala Ginepro.

Il ragazzo non rispondeva e preso il proprio telefonino chiamava quello che intuivo essere il suo superiore.

Stante peraltro la perdurante mancanza di risposta alla mia richiesta di poter raggiungere la spiaggia e visto il calore sotto il quale la bimba down si trovava assieme alla sorella emadre, invitavo mia moglie ad entrare con le bambine.

A quel punto il ragazzo si precipitava davanti a mia moglie ed alle figlie e, brandendole col braccio allargato ed a contatto coi loro corpi, le bloccava.

Immediatamente lo ammonivo di togliere le mani dai miei familiari.

Mia moglie, turbata dal manesco intervento del ragazzo, gli faceva notare che lei era senza nemmeno l’asciugamano e che intendeva andare al bar della spiaggia al che, dopo qualche esitazione, il ragazzo abbassava le braccia e lasciava passare i miei familiari per poi mettersi davanti a me.

Dicevo al ragazzo che gli avrei lasciato i miei dati ed il numero di telefono ma vista la sua assoluta sordità a quanto stavo proferendo cercavo a quel punto di passare anch’io ma il giovane, spostandosi prima a destra e poi a sinistra, per diverse volte mi impediva il passaggio.

Dopo vari tentativi di dribling decidevo dunque di incedere senza zigzagare ma il ragazzo mi si piazzava davanti ostacolandomi col proprio corpo a contatto col mio per diversi passi finchè, solo grazie alla mia maggior stazza fisica, riuscivo ad oltrepassarlo.

Dopo alcuni minuti, piantato l’ombrellone per i miei familiari ,il ragazzo raggiungeva l’area a fianco del bar spiaggia e, non vedendomi, chiedeva a talune signore venditrici africane se avevano visto il sottoscritto (mimandomi come uno che portava una serie di bagagli ingombranti).

Mi facevo dunque notare ed il ragazzo mi ordinava di recarmi presso l’ingresso ove c’era il suo responsabile….al che rispondevo che non mi sarei recato proprio da nessuna parte e che se il suo superiore mi voleva parlare mi avrebbe trovato lì dov’ero.

Ero raggiunto dopo poco da una ragazza la quale, ribadendo in malo modo che dovevo pagare, mi chiedeva dove si trovavano i miei bagagli…nel frattempo chiamavo telefonicamente i carabinieri che, mi si dice contemporaneamente allertati anche dal ragazzo o ragazza, giungevano dopo poco e venivano accolti dalla detta ragazza con l’espressione “siamo alle solite questo non vuole pagare” e “ha aggredito il mio collega mettendogli le mani addosso, ci sono le telecamere”.

Ora per quanto riguarda il comportamento due giovani della coop la vicenda avrà un seguito giudiziale ma a Lei sono a chiedere: è certo che il calo dei turisti sia solo colpa del caro traghetti?

RingraziandoLa per l’ospitalità offerta dai Suoi collaboratori, La saluto distintamente.

 Avv. A. Vanzi

Un commento  - mostra commenti

  1. A che grado di miseria siamo arrivati…..povera Italia……un AVVOCATO che non si puo’ permettere 2 euro per una giornata sulla spiaggia….in sardegna…. (non so al suo paese , ma a Viareggio senz’altro ,non avrebbe potuto avvicinarsi all’arenile con tutti quei bagagli.
    Un plauso al ragazzo ,che magari maldestramente ha cercato di eseguire semplicemente il suo compito…..in fondo e’ pagato per fare questo.
    Riguardo a questo nuovo balzello ,non saprei che dire…..fra poco si paghera’ l’aria che si respira , mentre i veri milionari se la spassano senza pagare tasse e senza essere perseguiti. saluti

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