Donne, lavoro e stress

Sonia

Donne, lavoro e stress

domenica 05 Maggio 2013 - 11:30
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Convegno FIDAPA: la Presidente FIDAPA del Distretto Sardegna Elena Burrai, dott.ssa Ninetta Busalla, il dott. Massimo Diana e il dott. Giovanni Biggio (foto Matteo Brotzu – Cronache Nuoresi)

Perché le donne sono più stressate degli uomini?

Perché le donne sono più stressate degli uomini? E quali sono le terribili conseguenze che il mondo femminile deve affrontare nel Ventunesimo secolo? Domande scomode e importanti a cui hanno risposto il Prof. Giovanni Biggio, professore ordinario di Neuropsicofarmacologia dell’Università degli studi di Cagliari e Presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, e lo psichiatra e psicoterapeuta dott. Massimo Diana, Direttore del Servizio per le Dipendenze della ASL di Cagliari, ieri pomeriggio alla Biblioteca “Sebastiano Satta” di Nuoro, durante il convegno “Donne Lavoro Stress”.

Se ci fossero ancora dubbi, sia chiaro che sì, è un dato inequivocabile che le donne sono effettivamente più stressate della loro controparte maschile, perché su di loro non solo grava maggiormente l’intensità degli impegni familiari e casalinghi (ancora iniquamente suddivisi nelle coppie per un anacronistico retaggio sessista, difficile da scardinare) ma soprattutto perché sono sottoposte a maggiori tensioni nel campo lavorativo, pagate circa il 20% in meno dei maschi e asservite a sotto-impiego o a iper-impiego con carichi di responsabilità economicamente non riconosciuti. I rischi di mobbing, violenze e abusi psicologici, fisici e sessuali sono imparagonabili. Su 9 milioni di italiani vittime dello stress correlato all’attività lavorativa, 7 su 10 sono donne! A questi fattori bisogna sommare i comuni motivi di stress come i problemi fisici, i dispiaceri e i disaccordi familiari e coniugali, gli impegni esterni e i problemi finanziari.

Le conseguenze dello stress si ripercuotono sulla salute psico-fisica, e sulle donne sono devastanti: il 45% dei soggetti soffre di stati ansiosi, il 43% di sindrome premestruale, il 41% di irritabilità e incontrollabili crisi di pianto, il 39% di insonnia e il 20%, i casi più gravi, di depressione! Il cervello della donna (e di conseguenza, il suo corpo) è assoggettato a un differente, ma continuo, bombardamento ormonale – spiega il Dott. Biggio – che se da una parte migliorano le funzioni cerebrali facendo diventare adulto il cervello femminile prima di quello maschile (17-19 anni nelle donne, 23-24 anni negli uomini), dall’altra costringe l’universo femminile al centro dell’occhio di un ciclone fatto di estrogeni e steroidi, che ne determina umore, benessere e malessere, appagamento, ma anche bisogni e carenze. Lo stress è un orribile mostro da domare e da sconfiggere, che si porta dietro problemi altrettanto gravi. Livelli malsani di stress a lavoro e in famiglia possono portare a un numero di disturbi e di malattie impressionante: dall’affaticamento cronico all’emicrania, dalle allergie alle malattie coronariche e cerebro-vascolari, e tutto lo spettro di malattie che comprende l’ipertensione, l’ulcera, l’infiammazione dell’intestino, fino ad arrivare al cancro.

Il Dott. Diana illustra come lo stress porti anche un altro male, più subdolo e altrettanto logorante: l’abuso di tabacco, alcol e altre droghe, usati erroneamente come fossero ansiolitici per combattere gli stati di stress. L’alcol, in particolare, è estremamente sottovalutato in Italia, e soprattutto dalle ragazze, un po’ per ignoranza e disinformazione e un po’ per fuorvianti comportamenti sociali e familiari. Le sostanze alcoliche sono il fattore determinante del 3% di tutti i decessi femminili in Italia e il 40% delle morti per cirrosi epatica sono donne. Il Direttore del Servizio per le Dipendenze di Cagliari descrive alla stupefatta platea dell’auditorium della Biblioteca “Satta” gli aberranti comportamenti di alcune donne (tabagiste, alcolizzate, drogate) anche durante e dopo la gravidanza, e le gravi conseguenze che questi stili di vita hanno sul nascituro e sullo sviluppo psico-fisico del bambino. Drammatici risvolti che l’infante si porterà appresso durante tutta la vita, nel corpo, nelle sue capacità cognitive e nelle sue esperienze sociali. Il convegno, organizzato dalla Sezione Nuoro della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari (FIDAPA), sottolinea l’importanza di affrontare i problemi che nascono nella dicotomia tra famiglia e ambiente lavorativo, di cui la donna è il fulcro, pilastro portante e motore verso il progresso.

Intervenire per assistere e curare le donne nei momenti di stress e di maggiore vulnerabilità vuol dire migliorare la qualità di vita non solo delle pazienti, ma anche delle future generazioni e di tutta la società.

Matteo Brotzu

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