Nuoro. L’incubo del San Francesco: 75enne di Fonni in ambulanza da 62 ore attende di entrare al Pronto soccorso

Salvatore

Nuoro. L’incubo del San Francesco: 75enne di Fonni in ambulanza da 62 ore attende di entrare al Pronto soccorso

lunedì 16 Novembre 2020 - 09:56
Nuoro. L’incubo del San Francesco: 75enne di Fonni in ambulanza da 62 ore attende di entrare al Pronto soccorso

Nuoro, l'ospedale San Francesco (foto S.Novellu)

Ormai quella del Pronto soccorso del San Francesco di Nuoro è diventata una vera e propria situazione da incubo.

Credevamo che con la vicenda del paziente di Mamoiada (APPROFONDISCI), risultato positivo al Covid, che nei giorni scorsi aveva dovuto attendere oltre 24 ore prima di poter accedere in ospedale e ricevere cure adeguate fosse toccato il fondo, ma evidentemente non c’è limite al peggio.

LA STORIA: La protagonista della vicenda è una donna di Fonni di 75 anni. Qualche settimana fa era rimasta vittima di un incidente domestico che le aveva procurato la frattura di un polso. In buona fede e ignorando la situazione reale, si era rivolta al Pronto soccorso dove non era nemmeno stata presa in considerazione per cui, era stata costretta a rivolgersi al propio medico di famiglia che le aveva applicato il gesso di sostegno.

Lentamente, però, le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare, fino ad indebolirsi e a provocarle forti difficoltà respiratorie. Venerdì pomeriggio i familiari allertano gli operatori del sanitari del 118 che la caricano in ambulanza e la conducono a Nuoro, in Pronto soccorso, dove giunge intorno alle 19,30. Da quel momento inizia l’incubo per lei e per i propri familiari. Lei non può rispondere al telefono per via della frattura, i telefoni del Pronto soccorso tacciono e la famiglia viene tenuta all’oscuro delle condizioni della donna: non si sa se le è stato effettuato il tampone e se, dunque, sia positiva al Covid, se stia mangiando ne se qualcuno la stia accudendo, nulla. Di certo, nei vari cambi turno, gli operatori del 118 non le avranno fatto mancare assistenza e l’avranno trasferita da un’ambulanza all’altra. In teoria, ma in pratica la famiglia non sa nulla. L’ultimo contatto con lei (che in realtà non l’ha neppure vista in quanto è stato fatto avvicinare solo all’ingresso del cortile del pronto soccorso) lo ha avuto un nipote, sabato mattina presto, cil quale le ha portato un cambio di biancheria.

Oggi, dunque, a 62 ore dal trasporto in ospedale, nessuna notizia.

E tutto questo mentre ieri mattina i sindaci del territorio hanno manifestato il proprio dissenso contro le scelte dissennate di un’amministrazione regionale che continua a ignorare la situazione e ad affermare che “va tutto bene ed è tutto sotto controllo” (APPROFONDISCI). E mentre un ospedale da campo, allestito in pompa magna da ormai alcune settimane all’ingresso dell’ospedale, giace ben visibile ma inutilizzato nei parcheggi antistanti la hall principale.

S.N. © Tutti i diritti riservati

4 commenti  - mostra commenti

  1. In queste condizioni andiamo bene ma cosa aspettiamo a ribellarsi tutti e andare alla regione e a prenderli a calci nel sedere incompetenti con tutti i disoccupati che ci sono non assumono personale.

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  2. Ma è mai possibile che questi nostri governanti non vedano quello che succede nei nostri ospedali,

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  3. Semplicemente uno schifo! Auguri a tutti buon lavoro a chi fa l’impossibile per curare le persone

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  4. MOSTRI MOSTRI MOSTRI NAZISTI!I parenti,da persone intelligenti,perché non si rivolgono ai carabinieri?

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