È un militante anti-Isis il giovane nuorese indagato dalla Polizia. Perquisito anche un altro indipendentista

Salvatore

È un militante anti-Isis il giovane nuorese indagato dalla Polizia. Perquisito anche un altro indipendentista

domenica 16 Settembre 2018 - 08:02
È un militante anti-Isis il giovane nuorese indagato dalla Polizia. Perquisito anche un altro indipendentista

un ritratto di Pierluigi Caria tratto dal suo profilo social

Sui social è unanime la solidarietà nei confronti di Caria

Aveva combattuto in difesa del popolo del Kurdistan, arruolandosi con la brigata composta da militanti stranieri che affianca i curdi nella lotta allo Stato Islamico.

È un ‘foreign fighter’ anti-Isis, il giovane italiano di origini sarde individuato a seguito delle indagini dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos di Nuoro, coordinate dalla Dda di Cagliari.

Pierluigi Caria, residente a Nuoro, è indagato e destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo del passaporto in quanto dalle indagini è emerso che stava per ripartire per l’Iraq per poi raggiungere la Siria.

All’alba di ieri la perquisizione della sua casa, con il sequestro di di vario materiale e dello smartphone e la notifica del divieto di espatrio. A Caria viene contestato il 270 bis, l’associazione con finalità di terrorismo. Il giovane avrebbe sostenuto il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK – ritenuto dalla Turchia e anche dalla Ue un’organizzazione terroristica ma da sempre in prima linea contro l’Isis – anche attraverso i social media a sostegno del Kurdistan libero.

Altre perquisizioni sono scattare tra la “cerchia” di contatti di Caria, 33 anni, cresciuto nel mondo indipendentista sardo e noto con il nomignolo di “Luiseddu“. In particolare hanno riguardato altri due soggetti. Uno di loro – fanno sapere gli attivisti del Movimento Caminera Noa, è il presidente dell’Associazione Sarda Contro l’Emarginazione, Antonello Pabis, altro indipendentista sardo.

Le indagini nei loro confronti sono partite dalla diffusione in rete di una foto in cui si vedono due miliziani, in tuta mimetica e con il volto coperto, uno armato di kalashnikov l’altro con il pugno sinistro alzato, dietro a due bandiere: una della Bretagna antifascista l’altra con il simbolo dei quattro mori della Sardegna.

La foto da cui è partita l'indagine

La foto da cui è partita l’indagine che ha portato al fermo di Caria

I due militanti sono stati identificati: sono il bretone Olivier Francois Jean Le Clainche (nome di battaglia Kendal Breizh), morto in combattimento il 18 febbraio scorso e, appunto, Caria, già stato in Siria e Iraq per combattere con le Ypg, le Unità di protezione del Popolo curde, e l’International Freedom Battalion, la brigata composta da militanti stranieri che affianca i curdi nella lotta all’Isis.

Una vicenda definita “atipica”, visto che di norma la definizione di “foreign fighter” è stata usata per quei “combattenti”, anche italiani, che abbracciano la jihad andando in guerra nelle zone calde del Medio oriente, dall’Iraq alla Siria: è il caso di Samir Bougana, catturato nei giorni scorsi dai curdi in Siria, che oggi si apprende aver vissuto in Italia fino ai 16 anni, anche a Cremona (ma l’ultima residenza nota era a Canneto sull’Oglio, nel mantovano).

Proprio la militanza e il sostegno al popolo curdo ha fatto scattare la mobilitazione, anche sui social, del mondo indipendentista sardo, che ha manifestato solidarietà a Caria, figlio di Angelo Caria, fondatore del movimento Sardigna Natzione Indipendentzia (Sni).

“Chi combatte l’Isis non può essere accusato di nessun atto terroristico”. È una delle testimonianze di solidarietà espresse su Fb. “Riteniamo che per un indipendentista sardo sia normale appoggiare qualunque lotta di liberazione nazionale dei popoli oppressi e riteniamo legittimo che ogni indipendentista scelga la forma con la quale espletare tale dovere”, afferma Bustianu Cumpostu, leader di Sni.

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