Prende vita il marchio per la tutela del pane prodotto in Sardegna

Sonia

Prende vita il marchio per la tutela del pane prodotto in Sardegna

sabato 13 Gennaio 2018 - 06:00
Prende vita il marchio per la tutela del pane prodotto in Sardegna

Un nuovo marchio per andare a colpo sicuro sulla scelta del pane fresco prodotto in Sardegna: semplice, riconoscibile, contemporaneo. Ma anche legato alla grande tradizione produttiva dell’isola.

Contrassegno e linea grafica, presentati ieri a Cagliari, sono stati approvati dalla Giunta regionale nella seduta di mercoledì scorso.

«Identificheranno in modo chiaro – ha detto l’assessore regionale al Commercio Barbara Argiolas –  i 1.500 produttori di pane fresco isolani e aiuteranno i consumatori a trovare un prodotto sano, fresco e di qualità».

Per favorire al massimo il coinvolgimento di operatori e territori è stato bandito lo scorso ottobre un concorso di idee. La commissione ha dovuto scegliere tra 65 proposte grafiche arrivate all’assessorato selezionando cinque finaliste.

Ha vinto l’idea di Stefano Asili: due spighe che si intersecano e compongono l’immagine dell’Isola dentro un cerchio.

Insieme alla formalizzazione della scelta del contrassegno la Giunta regionale ha confermato il disciplinare per il rilascio e la revoca del nuovo strumento.

Il marchio, di cui è proprietaria la Regione Sardegna, potrà essere richiesto dal parte produttore del pane attraverso lo sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia (SUAPE) e potrà essere esposto in maniera visibile nelle sedi di produzione e vendita o sui sacchetti.

Il logo non potrà essere modificato, alterato o contraffatto in alcun modo. Lo stesso potrà essere revocato qualora, durante l’opera di vigilanza e controllo di ASSL e comuni, vengano riscontrate violazioni.

«Occorrono – ha concluso Argiolas – campagne di educazione e formazione. E insieme c’è la necessità di dare uno strumento di riconoscimento alle 1.500 aziende della nostra isola. La nostra responsabilità politica è quella di preservare questi presidi produttivi che sono quelli che danno un senso alle nostre comunità».

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