Confindustria Sardegna centrale: chiesto un incontro urgente al ministro Calenda

Sonia

Confindustria Sardegna centrale: chiesto un incontro urgente al ministro Calenda

venerdì 12 Gennaio 2018 - 07:00
Confindustria Sardegna centrale: chiesto un incontro urgente al ministro Calenda

Roberto Bornioli (foto CronacheNuoresi)

«Scrivo per portare alla vostra attenzione la gravissima situazione del sistema produttivo della Sardegna centrale, caratterizzato dal crollo dell’industria nel sito di Ottana e dalla fortissima crisi delle altre aree produttive di Macomer, Nuoro e Siniscola, colpite da un processo di desertificazione industriale che senza interventi specifici e mirati rischia di essere irreversibile».

Dopo la recente visita in Sardegna del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che si è detto positivo rispetto allo sviluppo industriale sardo, il presidente di Confindustria Sardegna centrale, Roberto Bornioli, prende carta e penna e scrive direttamente al rappresentante del governo per chiedere un incontro urgente.

«Con la scomparsa del tessile e della chimica – scrive Bornioli nella sua missiva – le aree industriali del centro Sardegna sono state travolte da un devastante effetto domino che, a parte qualche eccezione, ha smantellato pezzo dopo pezzo importanti realtà industriali e produttive, con gravissimi danni economici e sociali. Tutto ciò senza che sia stata messa in atto alcuna strategia concreta e fattibile di riconversione produttiva, come accaduto per altri territori».

Da qui la richiesta di incontro inviata all’indirizzo del ministro Calenda: «in questi anni come Confindustria – prosegue il presidente dell’associazione degli Industriali delle province di Nuoro-Ogliastra – abbiamo fatto ripetuti appelli ma niente si è mosso concretamente. Dei tre poli industriali in Sardegna, Sulcis, Porto Torres e Ottana, quest’ultimo è l’unico sito che negli ultimi anni è rimasto fuori dai tavoli nazionali e al momento è l’unico privo di un’ipotesi progettuale di riconversione industriale in grado di garantire un rilancio di medio-lungo periodo».

Nonostante le sollecitazioni, evidenzia ancora Bornioli, «il sito di Ottana, per decenni al centro dell’interesse del governo, è stato di recente escluso in modo inaspettato e con nostro rammarico anche dalle Aree di Crisi Industriali Complesse. Una decisione che auspichiamo possa essere rivista e che oggi ha reso impossibile l’accesso a strumenti di riconversione industriale e a piani di sviluppo territoriale, utilizzati invece nel Sulcis e a Porto Torres. Inoltre, ciò ha impedito di prorogare gli ammortizzatori sociali straordinari, limite che in alcuni casi ha significato i licenziamenti anticipati».

Anche per gli altri siti del centro Sardegna, Macomer, Siniscola e Nuoro, la situazione è molto preoccupante, scrive il presidente: «sebbene resistano alcune realtà aziendali importanti, il tessuto produttivo è sempre più debole e il malessere sociale è in aumento. Per questo occorre intervenire al più presto con strumenti specifici che contemplino l’intero sistema produttivo della Sardegna centrale evitando gli errori del passato. Bisogna puntare su un’economia integrata con una significativa presenza industriale. Occorre lavorare per rendere le aree attrattive a nuovi investimenti e garantire un contesto competitivo in termini di infrastrutture, costi di trasporti e disponibilità del metano».

Alla luce della grave situazione del comparto industriale del centro Sardegna, dunque, Confindustria Sardegna centrale «auspica la convocazione a Roma di un incontro urgente con la partecipazione della Regione e delle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali del territorio».

L’obiettivo è quello di elaborare una strategia progettuale in grado di creare un’alternativa all’attuale desertificazione produttiva e possa consentire la ripresa di investimenti e l’avvio di nuove attività. «Siamo consci – conclude Bornioli – che il mandato del governo sia in scadenza, ma prendiamo per certi l’impegno e la volontà dichiarati di continuare a lavorare fino all’effettivo termine del mandato».

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