Banditi vestiti da Carabinieri tentarono di rapinare il Banco di Sardegna di Cagliari

Sonia

Banditi vestiti da Carabinieri tentarono di rapinare il Banco di Sardegna di Cagliari

lunedì 04 Dicembre 2017 - 16:21
Banditi vestiti da Carabinieri tentarono di rapinare il Banco di Sardegna di Cagliari

Conferenza stampa sul tentato assalto del Banco di Sardegna Cagliari

I presunti rapinatori sono tutti di Talana e già coinvolti  in rapine e assalti a portavalori

Rapina pluriaggravata, porto di arma clandestina, ricettazione e danneggiamento a seguito di incendio. Questa è l’accusa dei tre componenti della banda che ad agosto del 2016 ha tentato di rapinare la filiale del Banco di Sardegna di viale Marconi a Cagliari.

Per il colpo i malviventi avevano utilizzato due pistole, una calibro 9×21 con numero di matricola cancellato e un revolver calibro 40 risultato rubato oltre 20 anni fa in provincia di Nuoro.

I presunti rapinatori finiti oggi in manette

Due armi dalla potenza devastante: secondo i carabinieri, i rapinatori avevano messo in conto di sparare per assicurarsi la fuga. I componenti della banda avevano effettuato diversi sopralluoghi prima di agire e pianificato ogni cosa. Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma, in banca travestiti da carabinieri sono entrati Stefano Arzu – cugino di Raffaele e Luca Arzu e fratello di Sergio, tutti di Talana e già coinvolti in rapine e assalti a portavalori – e un altro bandito ancora non identificato. Una volta all’interno dei locali, hanno obbligato i dipendenti ad aprire le porte per fare entrare Elia Loi.

Mauro Cabras era invece fuori a fare il palo. Dopo aver immobilizzato dipendenti e i clienti – tra gli ‘sfortunati’ anche il presidente di Confcommercio Alberto Bertolotti – hanno atteso l’apertura del caveau, ma sono stati costretti a fuggire da una finestrella a bocca di lupo che affacciava sul retro della banca a causa dell’arrivo dei carabinieri. Sarebbe stato Cabras ad avvertire i complici: era fuori ad attenderli a bordo di un’Audi A3 a lui intestata, anche se per la fuga era stato parcheggiato poco distante un furgone rubato nel nuorese il mese prima. La banda è tornata in serata a recuperalo: il mezzo è stato poi trovato bruciato a Sestu. In banca sono stati trovati indumenti e pistole da cui è stato possibile recuperare indizi e il profilo del Dna di Elia Loi. A carico del 32enne è anche arrivata l’accusa di aver partecipato alla rapina messa a segno il 4 settembre del 2004 all’ufficio postale di Lotzorai, in provincia di Nuoro.

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