Obiettivo sostenibilità: stop al consumo di ricci in 40 ristoranti sardi

Sonia

Obiettivo sostenibilità: stop al consumo di ricci in 40 ristoranti sardi

giovedì 16 Novembre 2017 - 16:06
Obiettivo sostenibilità: stop al consumo di ricci in 40 ristoranti sardi

Prima erano dieci, poi sono diventati trenta. E ora siamo già a una quarantina di adesioni: cresce il numero dei ristoranti e delle pizzerie che quest’anno rinunceranno a servire i ricci per salvare i gustosi echinodermi dal rischio estinzione.

«Una presa di coscienza – spiega Massimo Melis Danielli, titolare di un pub che ha lanciato la campagna di salvaguardia dei ricci – che in Sardegna si sta manifestando già con la cura e il rispetto delle spiagge e dell’ambiente. Tante persone stanno sposando questa causa. Io sono ghiotto di ricci, ma di fronte al pericolo che in mare ce ne siano sempre di meno, rinuncio a metterli nel mio piatto». Qualcuno a Cagliari ha appeso alla porta una locandina con la scritta “Io non riccio”.

«Chiediamo agli operatori maggior attenzione e un poco di pazienza per quanto riguarda il consumo della polpa di ricci – spiega Davide Marcello, presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari – cercando di limitarne l’uso oggi per permettere ai ricci di ripopolare i nostri mari e per far sì che domani si possa continuare a utilizzarli per la preparazione delle prelibatezze alle quali i nostri ristoratori ci hanno abituato.

«La diminuzione della produzione dei ricci sta generando preoccupazione tra i nostri associati – sottolinea Emanuele Frongia, vice presidente della Confesercenti Provinciale di Cagliari e responsabile provinciale della Fiepet (la federazione dei pubblici esercizi aderente a Confesercenti) – sia per quanto riguarda la difficoltà nel reperimento della materia prima, sia per i prezzi che, verosimilmente, tenderanno a salire».

Sostenibilità della risorsa, contrasto al prelievo e alla vendita abusiva dei ricci di mare, sono i temi cardine che hanno dato origine anche al nuovo calendario e alla normativa vigente per questa stagione. Una ragionevole preoccupazione, supportata dai rilievi scientifici sulla sostenibilità ambientale, ha imposto ragionamenti sulla riduzione della quantità di pescato e delle giornate di prelievo in mare. Nessun allarmismo eccessivo deve investire l’intera filiera del riccio – rassicura l’assessorato regionale dell’Agricoltura, competente per il comparto pesca e acquacoltura. Nel rispetto delle nuove regole, si possono garantire gli equilibri ambientali, il lavoro dei pescatori e i gusti dei consumatori. Il vero problema sono il prelievo e la vendita abusiva.

L’azione di monitoraggio sugli stock in mare sarà costantemente aggiornata attraverso il lavoro dei tecnici dell’Agenzia regionale Agris Sardegna, in collaborazione con i ricercatori delle Università. 

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