Turchia. Fallito golpe: 90 morti e 150 feriti. Civili in rivolta

Sonia

Turchia. Fallito golpe: 90 morti e 150 feriti. Civili in rivolta

sabato 16 Luglio 2016 - 07:30
Turchia. Fallito golpe: 90 morti e 150 feriti. Civili in rivolta

Un'immagine del golpe in Turchia

Erdogan: gli autori del golpe pagheranno duramente

La notte più lunga della Turchia, con il Paese piombato nell’incertezza dopo il tentativo di colpo di Stato messo a segno dall’esercito che ha occupato strade e cieli con carri armati ed F16, si conclude con il fallimento del colpo di stato tentato da una fazione dell’esercito contro il presidente Erdogan.

Dopo ore di bombardamenti e combattimenti a Istanbul e Ankara, i golpisti si sono arresi. Il bilancio degli scontri è ora di 90 morti e di oltre 150 i feriti.

Ma la sconfitta appariva già chiara nella notte, quando l’aereo di Erdogan è atterrato ad Istanbul, solo poche ore prima nelle mani dei putschisti.

Il premier Erdogan invita i cittadini a scendere in piazza

Il premier Erdogan invita i cittadini a scendere in piazza

Decisivo il messaggio lanciato dal presidente Recep Tayyip Erdogan che, dall’aereo sul quale era in volo, ha invitato i cittadini a scendere in piazza. Solo più tardi, dopo la rivolta dei civili, il presidente è tornato ad Istanbul, accolto dalla folla in festa .

«Coloro che hanno pianificato questo colpo di stato pagheranno duramente». Questo il chiaro messaggio lanciato dal presidente turco durante una conferenza stampa all’aeroporto di Istanbul, subito dopo essere atterrato. «Hanno organizzato un attentato all’unità, alla solidarietà e alla sovranità nazionale», ha sottolineato Erdogan, rivelando che i golpisti avrebbero bombardato casa sua a Marmaris subito dopo la sua partenza per Istanbul ed avrebbero sequestrato il suo segretario generale.

Al momento, cinque generali e ventinove colonnelli sono già stati sollevati dai loro incarichi mentre sono più di millecinquecento i militari arrestati.

Nella notte, Stati Uniti, Germania e Nato si erano schierati al fianco del “governo democraticamente eletto”. Il presidente del Consiglio Ue Tusk: «non c’è alternativa alla democrazia e allo stato di diritto».

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