Il Cammino di Santa Barbara. Un’esperienza immensa tra fede e tradizione

di Kevin Lai

 I CAMMINI RELIGIOSI- In Sardegna, i Cammini Religiosi sono molteplici, vantando una storia secolare per alcuni e una più recente per altri. Tra di essi, alcuni sono stati ufficialmente riconosciuti e registrati nel  Registro Regionale dei Cammini Religiosi. Quest’importante registro è stato istituito nel 2012 grazie all’iniziativa dell’assessorato regionale al Turismo, con l’obiettivo primario di valorizzare e, in generale, promuovere il turismo religioso nella regione.

IL CAMMINO DI SANTA BARBARA – Il Cammino minerario di Santa Barbara è patrimonio dell’UNESCO dedicato alla santa patrona dei minatori e ad oggi questo itinerario viene identificato come uno dei cammini storici, culturali, religiosi e ambientali più importanti d’Italia.  Nello specifico  si cammina su uno dei territori più incantevoli della regione, seguendo un itinerario tra monti, mare e percorsi minerari, testimonianza dell’epopea millenaria della Sardegna.

Il Cammino minerario di Santa Barbara (foto K.Lai)

LE TAPPE – Un circuito ad anello che parte e si conclude ad Iglesias, questo cammino, simultaneamente laico e religioso, offre ai suoi visitatori una serie di scenari e luoghi di rara bellezza. Ogni passo sulle rocce più antiche d’Europa introduce un’esperienza unica che va dai maestosi monti di basalto e granito di Marganai alle cascate impetuose di Piscina Irgas fino alle spettacolari grotte di San Giovanni a Domusnovas. Il percorso segue il profilo costiero di falesie candidamente affacciate sul mare blu cobalto.
Lungo il cammino, si possono ammirare strutture dalle architetture suggestive come la Laveria, La Marmora di Nebida e maestosi faraglioni pronti a conquistare i “like” dei seguaci dei social. Il percorso offre affascinanti contrasti naturalistici e occasionali prospettive all’interno della storia dell’isola: una terra aspra e al contempo rigogliosa che ospita un patrimonio di archeologia industriale inestimabile e le eredità della sua storia ancestrale. Lungo la strada, si passa per una delle città più antiche del Mediterraneo, chiamata originariamente Sulki e ora Sant’Antioco, circondata da lagune e saline. A Masua, Porto Flavia domina sul Pan di Zucchero, offrendo uno spettacolo straordinario. Poi, il luogo perfetto per ammirare tramonti interminabili e caleidoscopici sul mare , le dune sabbiose di Piscinas. Questi paesaggi sono una riserva di emozioni infinita per i pellegrini di Santa Barbara. Il cammino continua attraverso il contrasto tra il Sulcis industrializzato e i pittoreschi borghi di pescatori di Portoscuso e Carloforte. Per intraprendere il cammino è necessario un buon allenamento, alcune tappe possono superare i 16 chilometri, il tutto unito allo studio dei percorsi e la consultazione con la Fondazione, che rilascia le credenziali ai camminatori e li assiste in ogni tappa. Completare l’intero anello richiede almeno un mese, quindi l’invito è a percorrerlo lentamente, magari in più fasi, preferibilmente in primavera e autunno, stagioni ideali per vivere appieno un’esperienza indelebile. Il Cammino si snoda in un circuito ad anello lungo strade e vecchie mulattiere all’interno della regione del Sulcis Iglesiente e del Guspinese. Il 25% del cammino è composto da strade e alcuni tratti extraurbani mentre il 75% è impostato su sentieri, carrarecce e mulattiere. Una delle particolarità di questa esperienza è la possibilità di percorrere i 500 Km del cammino a cavallo o in bicicletta. Il percorso si snoda in 30 tappe che si alternano tra vari livelli di difficoltà e durate. Sin da subito  si può comprendere la maestosità del patrimonio ambientale e culturale della Sardegna. Dal punto di partenza al Santuario della Madonna del Buon Cammino a Iglesias, fino al villaggio di Nebida la tappa è mediamente impegnativa, ma la fatica viene ripagata mentre si attraversa una terra incastrata nel suo passato millenario potendo ammirare scorci di rara bellezza.

Il Cammino minerario di Santa Barbara (foto K.Lai)

LA STORIA – L’idea di costruire un itinerario nell’area che rappresenta maggiormente il parco Geominerario dal punto di vista  storico e ambientale  nasce dai volontari dell’associazione “Onlus Pozzo Sella per il parco Geominerario”. L’associazione, nata nel novembre del 2001,  mira  secondo   uno statuto che vuole : “a valorizzare le aree minerarie dismesse dell’isola, incentivando le occasioni di formazione e lavoro da parte dei partecipanti  con l’opportunità di far conoscere il patrimonio geominerario delle regioni del Sulcis Iglesiente”.    Successivamente  il “Cammino Minerario di Santa Barbara” è nato a seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra i comuni di Iglesias, Buggerru, Fluminimaggiore, Arbus, Guspini, Gonnosfanadiga, Villacidro, Domusnovas, Musei, Villamassargia. Narcao, Nuxis, Santadi, Piscinas, Giba, Masainas, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Carbonia e Gonnesa, le Diocesi di Iglesias e di Ales Terralba, le province di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano, il Consorzio del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, l’ANCI  Sardegna  e l’associazione Pozzo Sella.

IL CAMMINO DI SANT’EFISIO – Una digressione  merita il cammino di Sant’Efisio in quanto nella rosa dei pellegrinaggi da effettuare negli itinerari religiosi sardi questo  intrapreso ininterrottamente dal 1656, emerge come il più sentito e partecipato dell’intera Isola, resistendo persino durante i periodi bellici della I e II guerra mondiale. Il percorso, che in realtà si manifesta come una processione che segue il simulacro del Santo, si snoda da Cagliari fino a al paese di Nora, per poi fare ritorno nel capoluogo. Il tragitto è punteggiato da tappe suggestive come Giorgino, La Maddalena Spiaggia, Su Loi, Villa d’Orrì, Sarroch, Villa San Pietro, Pula e Nora. Dopo due giorni, la processione ripercorre il medesimo cammino in senso inverso. In questo itinerario, in cui la presenza costante del mare offre uno sfondo suggestivo, si aprono panorami naturalistici mozzafiato. Luoghi come lo stagno di Santa Gilla, e testimonianze storico-archeologiche di grande rilevanza, come quelle di Nora, una città romana eretta su
antichi insediamenti punici, fenici e nuragici. Il pellegrino, spesso intraprendendo questo cammino, non cerca tanto di trovare se stesso o la fede, quanto di implorare una grazia o adempiere a un voto. Questo itinerario, oltre ad assumere un’ importante rilevanza spirituale, si distingue per un marcato significato identitario. L’imponente sfilata di carri e partecipanti vestiti con i caratteristici costumi sardi crea uno spettacolo unico nel suo genere, rendendo il Cammino di Sant’Efisio un’esperienza unica per il suo valore folkloristico e religioso.

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio

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Sonia