“Un tuffo dove l’acqua è più blu”: alla scoperta dei fondali della costa ovest della Sardegna

di Sonia Meloni

LA LITORANEA BOSA-ALGHERO – Percorrere i quarantasei chilometri della litoranea che collega Bosa con Alghero già si emoziona, trattandosi di un percorso dagli scorci paesaggistici mozzafiato e affacci su un mare dai fondali incontaminati, che in questo servizio andremo a esplorare, con gli occhi di chi lo vive quotidianamente.

DIVING, IMMERSIONI E SPELEOSUB – Nel cuore di Bosa Marina, e più precisamente alla foce del fiume Temo, dove sorge la struttura da lui fondata, incontriamo Vincenzo Piras, esperto sub ma anche profondo conoscitore del territorio e del mare della Sardegna, titolare dell’unico diving center tra Oristano e Bosa, autore di diversi libri che raccontano fondali, grotte marine e altre meraviglie del “Mare Nostrum”.

Vincenzo ci spiega come ci si prepara per andare a esplorare e conoscere i fondali marini. Innanzitutto l’attrezzatura: «Per l’immersione in apnea bastano una maschera, un boccaglio, delle pinne e una muta per proteggersi dal freddo. Se ci si vuole spingere più in profondità, bisogna aggiungere anche le bombole, col loro erogatore e il GAV (giubbotto ad assetto variabile). In Italia non occorre un brevetto per effettuare immersioni ma fare un corso – spiega – è sempre utile e prudente, in quanto il mare è un elemento naturale da amare ma da non sfidare.

Vincenzo Piras (foto S.Novellu)

Per imparare a usare bombole e erogatore basta un mini corso di quattro giorni. Per essere certificati a un primo livello, invece, secondo lo standard mondiale, ci vogliono almeno 100 minuti di immersione, oltre alla teoria». Per chi effettua immersioni fino a 18 metri basta il brevetto di primo livello; chi affronterà il secondo e il terzo step, potrà scendere a profondità fino a trenta o quaranta metri. Il centro subacqueo di Bosa prepara anche i professionisti del settore e gli istruttori con corsi accreditati e certificati. Per chi vuole vivere l’emozione en passant, poi, c’è il cosiddetto “battesimo nell’acqua“. «Chi vuole vivere l’esperienza di un’immersione senza affrontare un corso, esiste anche una iniziazione subacquea – aggiunge Piras -, una prassi molto diffusa in questi ultimi tempi. Si mostrano le norme di comportamento con l’utilizzo dell’attrezzatura e poi si porta la persona a eseguire un’immersione a 4 o 5 metri in profondità con un monitoraggio costante da parte nostra. Poi, chi si appassiona, può decidere di effettuare un corso. Molti turisti hanno già il brevetto e quindi si possono eseguire dei percorsi di immersioni molto suggestivi: a Nord tra Capo Marrargiu e Alghero ma anche a Sud nella Marina di Tresnuraghes».

Escursione subacquea (foto V.Piras)

LA COSTA OVEST DELLA SARDEGNA – Chi sceglie di immergersi nel mare della costa occidentale della Sardegna ha a disposizione diversi itinerari con diverse tipologie di fondale: paesaggio, roccia, secche, parete con e senza corallo e grotta. Suggestiva è ad esempio la secca di Capo Marrargiu, che risale fino a 40 metri. La costa di Bosa, sia a Nord che a Sud, è caratterizzata da roccia vulcanica, con fondali a falesia, strapiombi e grotte. Quella di Alghero, invece, è costituita da rocce calcaree: è un massiccio carbonatico famoso per le grotte tra le quali spiccano le Grotte di Nettuno.

Immersione in grotta (foto V.Piras)

LA COSTA DI BOSA. Pareti rocciose, secche e strapiombi sono gli elementi che contraddistinguono i fondali di questo tratto costiero. Tra i punti più suggestivi dove immergersi c’è la Secca di Cala ‘e Moro, a circa un chilometro di navigazione da Bosa Marina: si sviluppa in una grande parete di circa 500 metri, su un fondale base di circa 25 con uno strapiombo di circa 35 metri. La caratteristica di questa secca è una “fioritura” di corallo rosso, visibile già a 20-25 metri di profondità. Ci sono, poi, le Grotte della Casa del Vento: una sorta di penisola con un fondale a 18 metri di profondità, costituite da piccole cavità molto scenografiche. La più importante, infine, è la Secca di Capo Marargiu.  Si tratta di un’estesa formazione rocciosa, la cui esplorazione è alla portata di tutti in quanto ci sono diversi livelli di profondità con parenti a strapiombo, canaloni, con molta vegetazione sessile e tante specie di pesci (saraghi, corvine, murene, labridi e aragoste). Un’altra immersione importante si può fare alla cosiddetta “Grotta dei Pellicani“, che si trova in corrispondenza dell’area dove nidificano i Grifoni. Si tratta di una sotto falesia di origine vulcanica, all’interno della quale si possono ammirare delle concrezioni calcaree di tipo stalattite. Si tratta di una cavità unica nel Mediterraneo per bellezza di paesaggio e ambiente marino.

Immersione in grotta (foto V.Piras)

LA COSTA DI ALGHERO – Nella costa di Alghero le immersioni vengono effettuate soprattutto a Nord, tra l’area marina protetta di Capo Caccia e Punta Giglio. Sono immersioni molto tecniche che si effettuano soprattutto nelle grotte sottomarine. Il percorso più suggestivo di solito si effettua nella Grotta di Nereo, caratterizzata da grandi archi con una profondità massima di circa 20 metri e con un ingresso che si sviluppa a circa 30/32 metri sott’acqua. La parte più suggestiva è rappresentata da un cunicolo che si sviluppa all’interno della montagna, molto ampio ma anche molto esteso in lunghezza: vi si può addentrare per  circa 150 metri. Al suo interno sono presenti dei sifoni d’aria che consentono la riemersione. Questo angolo incantevole di Sardegna, che si affaccia su un promontorio, offre paesaggi mozzafiato e immersioni suggestive che si snodano tra grotte marine che sono un unicum nel mediterraneo.  Questo tratto costiero offre la possibilità ad appassionati subacquei, esperti e non, di vivere emozionanti incontri con molteplici forme di vita dai colori intensi, tipicamente mediterranei. La peculiarità di questi luoghi è infatti la presenza di innumerevoli grotte tappezzate da dense fioriture di coralli che nelle parti più ombrose sfociano nel prezioso colore rosso, e poi enormi cerianthus, diverse varietà di pescie e di crostacei completano l’habitat di questi incredibili ambienti. In un unico itinerario si possono incontrare varie speci ittiche: corvine, dentici, barracuda, saraghi, murene, gronghi, mustelle, cernie, aragoste, cicale e enormi astici. Alcune grotte sono poco impegnative, con ampi ingressi e grandi passaggi a tunnel molto articolati, altre con lunghi e tortuosi cunicoli, sono però riservate ai più esperti subacquei ed agli speleosub attrezzati.

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio

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Sonia