Dall’Afganistan un appello all’Italia per un corridoio umanitario

Un appello al Governo italiano e alle istituzioni perché si facciano carico anche della situazione dei profughi afgani è rivolto dall’Osservatorio Afganistan in rappresentanza di coloro che non hanno voce.

“Il tema della discriminazione tra profughi di serie A e profughi di serie B – è scritto in un documento dell’Osservatorio –  si sta facendo sempre più forte e le organizzazioni della società civile in contatto con la realtà afghana ricevono continuamente richieste di aiuto da parte di questa popolazione per uscire dal paese  con il risultato che rimangono nei paesi di transito diverso tempo prima di essere  accolti in destinazioni sicure”.

Molti di loro hanno i visti in scadenza e questo aggrava di più la loro condizione, perchèé la permanenza nei paesi confinanti rappresenta un altro fattore di rischio per la presenza di organizzazioni fondamentaliste legate o meno al governo dei talebani e per la prassi ormai diffusa dei rimpatri. Per la maggior parte si tratta di persone esposte durante il periodo di occupazione militare USA e NATO e oggi non possono più vivere in clandestinità.

“Riteniamo inaccettabile – conclude il documento – la proposta del governo italiano di spostare a carico del privato le spese per l’assistenza alle persone in fuga, in considerazione dell’aumento delle spese militari continuamente in crescita”.

Il documento è stato sottoscritto da numerose associazioni di volontariato laico e religioso e della società civile, da varie confessioni religiose, partiti politici, sindacati di base e confederali, testate giornalistiche e associazioni pacifiste.

F.Nieddu

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Franceschino Nieddu